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sabato 10 luglio 2010

Le resistenze contro la Resistenza

Trascurato dai grandi giornali, un grande evento ha avuto luogo a Civitella, il borgo vicino Arezzo che è a capo di un vasto comune, dove la Wehrmacht si produsse in uno dei suoi più efferati eccidi nel 1944. Il giorno di san Pietro e Paolo, il 29 giugno 1944, i soldati tedeschi vi assassinarono a freddo 203 persone, 95 a Civitella, 60 nella frazione di San Pancrazio, e 48 in quella di Cornia. Uccise con la pistola, uno per uno, a gruppi di cinque, in presenza dei familiari, da soldati che coprivano l’uniforme con grembiuli scuri per proteggersi dagli schizzi di sangue. L’eccidio fu perpetrato a undici giorni da un attentato, in cui alcuni giovani del gruppo di Resistenza “Renzino”, comandati dal civitellese Edoardo Succhielli, avevano ucciso tre soldati tedeschi in un’osteria. Il comando tedesco diede 24 ore di tempo per la consegna dei responsabili. Ma nessuno si fece avanti, né fu denunciato. I civitellesi impauriti si erano peraltro subito dispersi o nelle campagne. Per indurli a tornate, il comando tedesco diffuse la falsa notizia che i partigiani responsabili erano morti in uno scontro a fuoco. Dopodiché prese tutti gli uomini validi e li uccise. A Cornia, non trovando abbastanza uomini, uccise
 anche alcune donne e dei bambini. Malgrado l’efferatezza della divisione corazzata Hermann Göring, i civitellesi aveva trovato nel lungo dopoguerra la forza d’animo di “far la pace” coi tedeschi. Non però con Succhielli e i suoi uomini. Nel dopoguerra Succhielli, all’epoca dei fatti venticinquenne, era anche stato sindaco di Civitella, grazie al voto del contado, ma nell’inimicizia costante dei civitellesi. Sempre si era rifiutato di fare ammenda, e il paese l’aveva ricambiato con l’ostilità. Nel 1990 Succhielli aveva ammesso che l’irruzione all’osteria era stata uno sbaglio: “Avevamo vent’anni, eravamo sbandati, partigiani con poca esperienza”. Ma non era bastato. La novità c’è stata alle celebrazione di quest’anno, per il san Pietro e Paolo: Succhielli è stato infine ammesso a partecipare alla cerimonia, dove ha detto: “Mi sono tolto un peso dal cuore”.

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