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lunedì 25 novembre 2013

Era l’illuminismo ipocrita?

Uno dei libriccini più frequentati. Edito da Sellerio nel 1989 (e ancora in catalogo), riedito da Castelvecchi nel 2007, e ora da Elliot. Non è sul tacere, ma sulla dissimulazione. E non è specialmente brillante – “vi è un tempo per tacere e uno per parlare”, “è meno rischioso tacere che parlare”, “il silenzio è spesso necessario, la sincerità sempre”, l’uomo coraggioso parla poco e fa molto, l’uomo si buon senso parla poco e dice cose giuste, cose di questo tipo..
In origine, 1771, l’arte di tacere era “principalmente in materia di religione”: una guida per evitare guai. L’opera è infatti di un abate, predicatore. Che brigò e ottenne la nomina a membro degli Arcadi a Roma. Pur volendosi illuminista, uomo del secolo - aprendo con questo piccolo invito alla dissimulazione il quesito: l’illuminismo era più ipocrita o più veritiero?
Viva le donne
L’abbé Dinouart fu polemista però efficace, oltre che insigne. Stranamente non si ripubblica di lui il “Triomphe du sexe”, 1749, che dovette fingere di stampare ad Amsterdam: un libro “eretico” in quanto proto-femminista. Il trionfo fa della donna, uguale all’uomo se non superiore
Joseph A. Dinouart, L’arte di tacere, seguita da l’arte di scriver poco, Elliot, pp. 60 € 6

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