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martedì 10 maggio 2022

Gli europei e la Turchia

Tuoni e fulmini mattina e sera dalla Nato, che dopo aver messo in stato d’assedio la Russia, si vede invasa l’Ucraina, dalla Russia. Eccetto che per la Turchia, il paese Nato forse più influente nell’insieme, dopo gli Stati Uniti. Di sicuro regionalmente, proprio in funzione antirussa. Che non solo si è alleata alla Russia per risolvere a suo favore la guerra in Siria, invece che con gli Stati Uniti o la Francia, alleati eminenti Nato, ma a Putin ha comprato i vecchi missili anti-missili, e ora ne favorisce i tentativi di approccio all’Ucraina, per uscire dallo stallo militare.
Anche la Turchia rifornisce di armi l’Ucraina, i droni, ma glieli vende. E approfitta della guerra nel Donbass e nel mar Nero come vetrina per gli stessi: non c’è altro drone che quello turco, vendite assicurate, a premio, in tutto il mondo. Gli altri europei, invece, ammesso che la Turchia si voglia ancora europea, balbettano.
Perché gli europei hanno invece paura degli Stati Uniti, balbettano, dicono a ogni passo signorsì, come l’egregio Draghi a Washington? Non sanno di che si tratta? Non hanno anche loro le loro costituzioni, con le solite proclamazioni di autonomia, democrazia e progresso? Hanno paura – paura personale, temono la fine di Craxi? Seppure eletti da una parte, non hanno un dovere di governare per i meglio i loro paesi? Non sanno l’inglese (ma Draghi ne è maestro, che ha perfino arricchito l’Oxford Dictionary)? Draghi ha perso la parola – ha difeso l’euro (da solo….) contro l’attacco americano, perché ora tace?

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