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venerdì 28 novembre 2025

L’arte senza l’artista

La Quadriennale romana è organizzata quest’anno per forme espressive. Non più per tendenze o “manifesti”, e naturalmente nemmeno per autore – gli autori esemplificano una delle forme espressive prescelte. L’autoritratto (a soggettività). L’autorappresentazione (della realtà: una lettura che è una forma di socialità – dove l’io non prevarica ma sintetizza “generi, etnie, nazionalità e classi sociali”, spiega Bonami, il curatore, collegandolo al bantù ubuntu, “io sono perché tu sei”.
“Il tempo delle immagini” visita l’arte “nella “inondazione di foto, selfie, meme, scheenshot, gif, reel, stories che sommergono la nostra vista”. La sezione più evocativa – più godibile anche. L’ultima sezione, “Senza titolo”, è libera, atematica.  
La Quadriennale è una officina più che una celebrazione dell’arte contemporanea da qualche anno, dal rilancio dieci anni con la gestione di Franco Bernabé. E tuttavia la personalità di artista è, dove c’è, ancora il suo forte – come lo è del mercato dell’arte. La parallela evocazione della Quadriennale 1935 può esibire una trentina di nomi già “classici”: Luigi Bartolini, Mario Broglio, Cagli, Capogrossi, de Chirico, de Pisis, Leonor Fini, Carlo Levi, Longanesi, Mafai, Marini, Martini, Morandi, Prampolini, Scipione, Severini, Sironi….  
L.M.Barbero -  F.Bonami - E.Mazzonis di Pralafera - F.Stocchi - A.Troncone, Fantastica. 18ma Quadriennale d’arte, Roma, Palazzo delle Esposizioni

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