Il
giacobino che fece fallire le riforme a Napoli
Poderosa
biografia, con molta ricerca archivistica (Tigani Sava lavora a una “monumentale bibliografia calabrese”), di un personaggio
che fu molto attivo nel riformismo napoletano di fine Settecento e poi , col
suo giacobinismo, che qualcuno sospetta finto, lo perdette. Originario di Parghelia
(Tropea), abate di malavoglia, giusto per profittare degli studi gratuiti in
seminario, presto in corrispondenza col Genovesi a Napoli, dove si trasferì alla
maggiore età, e fece rapida carriera nelle istituzioni – sempre protetto da
Genovesi. Al protrarsi della rivoluzione francese, andò a informarsene a
Marsiglia, ospite di alcuni parenti Mazzitelli, con i qiuali i suoi frataelli
avevano commerci, era il suo terzo viaggio di formazione\informazione, e ne tornò
giacobino repubblicano. Quanto bastò, anche per la successiva esecuzione di
Luigi XVI e poi di Maria Antonietta, soprattutto di questa, sorella dela regina
di Napoli Carolina, per schierare la corte contro i riformisti, specie se
massoni, cioè all’“aria di Francia”, come l’abate.
Massone,
libero pensatore, riformista divenne sinonimoldi terrorista. Non però per
Jerocades, che l’anno dopo il viaggio a Marsiglia, nel 1791, ebbe la cattedra
di Filologia all’università, e nel 1795 quella di Economia – da qui la nomea
che fosse un moderno “provocatore”, uno che “esponeva”, se non li “indicava”, amici
e compagni (TiganiSava non prende posizione). Quando la Repubblica Partenopea
cadde sotto l’invasione delle “masse”
del cardinale Ruffo, Jerocades era già a Mariglia, dai parenti Mazzitelli. E fu
anche capace, nel 1801, di ottenere un lasciapassare per il ritorno in patria,
a condizone che non risiedesse a Napoli. Tornò a Parghelia, e morì pochi mesi
dopo.
Antonio
Jeorcades poeta, lo dice google appena richiesto di informazioni. Fu in effetti
poeta prolifico. Da giovane prete fu anche creatore, al suo paesino, di una scuola
per bamini che anticipava don Milani: la scuola propriamente detta, per
leggere e scrivere, era assortita di un “Giardino del lieto lavoro”, nel quale
i ragazzi si esercitavano secondo proprie tendenze. Treccani lo beneficia di una amplissima laudatio.
Francesco
Tigani Sava, Antonio Jerocades,
Sensazioni mediterranee, pp. 363, ill. € 10

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