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Vita semplice e arte complicata di Poe, scrittore meridionale
Cripte,
sepolture, morbosità fisica: questi incubi sono presenti in modo prominente nei
racconti di Edgar Allan Poe, un mondo immaginario in cui la parola che ricorre
più spesso è orrore – questo il “catenaccio”-sintesi del saggio.
“Edgar Allan Poe fu ed è una turbolenza, un’anomalia tra i maggiori
scrittori americani del suo periodo, un’anomalia ancora oggi. Stupì e allo
stesso tempo inimicò i suoi contemporanei, che non riuscirono a escluderlo dal
primo rango degli scrittori, sebbene molti ritenessero la sua opera moralmente
discutibile, e sebbene lui li flagellasse regolarmente sulla stampa, con
critiche a volte apertamente vendicative e spesso brillanti.
“Sembra
che per Poe fosse vero che nessuno poteva guardarlo senza vedere più di quanto
avrebbe desiderato o di quanto lui potesse tollerare. Il suo abbigliamento era
sempre ordinato, signorile e curato. I suoi modi erano cortesi e raffinati,
notoriamente patetici o scandalosi se gli capitava di bere. Però, era sempre
troppo disperato per avere tatto nel sollecitare conoscenze, essendo l’unico
sostegno di una moglie amata e tubercolotica, una cugina che aveva sposato
quando lei non aveva ancora quattordici anni. Era uno scrittore popolare e un
editore di grande successo, ma sempre pagato miseramente. La gentilezza, che
era il suo antipasto e la sua armatura, era di tipo meridionale, e quindi non
molto apprezzata dagli abitanti del New England che dominavano la vita
letteraria. E la famiglia sua propria della Virginia, dalla quale aveva
acquisito i modi e i gusti della raffinatezza, lo aveva rinnegato senza
un soldo.
Lo
scrittore Thomas Wentworth Higginson disse che Poe subiva “l’effetto di un’ipersensibilità
che, se incontrollata, può rivelarsi più degradante della volgarità”. E in
effetti sembrava sopraffatto da se stesso, intollerabilmente sensibile,
orgoglioso e intollerabilmente brillante, con il bere e l’amarezza che
favorivano le sue sconfitte e umiliazioni. Detto questo, la sua strana piccola
famiglia composta da zia/madre e cugina/moglie, in tutto ciò e finché durò, fu
sempre descritta come calorosa e dolce. Era un uomo forte e atletico che, per
tutta la sua carriera, sopportò le sue debolezze e le sue afflizioni abbastanza
bene da essere molto produttivo, in particolare nell’inventiva unica e nella
purezza bizzarra della sua narrativa”.
Marilynne
Robinson, On Edgar Allan Poe, “The New York Review of Books”, 5 febbraio
2015, free online (leggibile anche in italiano, Su Edgar Allan Poe)
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