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giovedì 6 novembre 2025

Se Israele non minaccia ma è sotto attacco

 “Lo sfruttamento delle sofferenze degli ebrei” è il sottotitolo. Lo sfruttamento da parte di Israele - con Netanyahu ma anche prima. Si penserebbe un pamphlet politico, ma è un libro di storia. Di uno storico e politologo americano, ebreo, figlio di ebrei del ghetto di Varsavia, rinchiusi ad Auschwitz ma sopravvissuti fino alla liberazione, che  traccia la deriva dello stato d’Israele verso un nazionalismo identitario e imperialista, coloniale. Strumentalizzando l’Olocausto con cinismo politico, a scudo della sua intoccabilità. Come? Alimentando l’allarme per la sua propria scomparsa, per la scomparsa d’Israele come già dell’ebraismo al tempo di Hitler.
Finkelstein è indesiderato in Israele da una ventina d’anni. Quelli di Netanyahu e all’incirca da quando ha pubblicato questo libro. Che si impone ancora adesso per una novità prima sottostimata: l’allineamento sulle posizioni dell’Israele di Netanyahu delle associazioni sioniste della diaspora, prima benevolenti ma critiche. Passa il messaggio che ne va dell’esistenza di Israele, anche se Israele si espande e si rafforza, ed è sempre avamposto dell’Occidente, parte avanzata e protetta degli Stati Uniti e dell’Europa.                                                
Norman G. Finkelstein, L’industria dell’Olocausto, Bur, pp. 384 € 13
 

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