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venerdì 7 novembre 2025

Ombre - 798

Muore la brigatista spietata Braghetti e l’allora capitano dei Carabinieri che nel 1980 riuscì ad arrestarla, Domenico Di Petrillo, spiega: “Decisivo fu un infiltrato che Ugo Pecchioli del Pci mise a disposizione del generale Dalla Chiesa, e che abbiamo gestito io e il capitano Bonaventura”. Che si vuole laudatorio del Pci, ma dice anche che il Pci sapeva.


Con l’elezione di Mamdani a New York, due donne indiane sono le (quasi) first lady d’America. La madre del neo sindaco, e già eletto oppositore numero uno di Trump, Mira Nair, regista acclamata, anche negli Stati Uniti, e la moglie di Vance, Usha Chilikuri, un’avvocatessa a cui il vice-presidente ha sempre attribuito, già col suo “Elegia americana”, il merito della propria “rigenerazione”, personale e politica, dopo gli anni bui dell’adolescenza e della prima giovinezza. Non male per un paese sprofondato nella “crisi della democrazia”.  

Un indiano, seppure di alto lignaggio, dopo un afroamericano: l’elettorato delle minoranze si mobilita in America, e fa la maggioranza. Con che effetto è da vedere. Il primo, il sindaco uscente Adams, anche lui plebiscitato, è stato un fallimento, da tutti i punti di vista. E si parla già di New York come di una nuova Washington – la capitale, dacché c’è il sindaco del Distretto di Columbia, 1975, è sempre stata amministrata da afroamericani, con risultati non positivi.

Mamdani, sindaco di New York, è l’anti-Trump per i media italiani. E la concorrente vittoria del partito Democratico per il governo di Virginia e New Jersey è la riscossa dello stesso partito. Senza dire che il New Jersey vota democratico da molti decenni, e che la Virginia vota alternato, una volta repubblicano, una volta democratico. Si tace anche che Mamdani divide, e non rilancia, il partito Democratico - lo scrittore Safran Foer racconta come si è recato al seggio per votare Mamdani e poi non se la è sentita, ha votato scheda bianca. Si direbbero i media italiani l’arcinemico di Trump, il ridicolo è pur sempre un’arma.    

“Bpm, il Ceo Castagna mette le cose in chiaro: «Mai pensato di acquistare Crédit Agricole Italia»”. Mentre è in corso l’acquisto di Bpm da parte del Crédit Agricole. Scade nella farsa la “resistenza” di Castagna all’ops Unicredit.Con il ministro Giorgetti che fa sapere di essere impegnato a Bruxelles a spiegare che, sì, no, che Unicredit è largamente presente in Italia – se non altro per le sette o otto banche che hanno dato vita al gruppo, che, per carità,se voleva acquisire Bpm lui non ha detto di no. Le ragioni della Lega – del potere – sono diverse da quelle della ragione.  
 
Si scopre oggi la “pornografia della povertà”, le immagini false di bambini gonfi dalla fame, o macilenti, e di un’Africa di sabbia, deserta, per commuovere piccoli e grandi donatori per le “opere di bene”. Tutto nacque nel 1968 coi i bambini della guerra del Biafra, della regione più ricca della Nigeria, che è – era – il paese meglio messo dell’Africa, auspice Susanna Agnelli, futura ministra degli Esteri. Cosa non si fa, (a spese) dell’Africa. È più il bene che fanno, la cooperazione e il terzo settore, oppure lo spreco delle risorse?
 
È come se lo Stato si ribellasse al governo, alle audizioni parlamentari sulla finanziaria 2026: Banca d’Italia, Istat, Corte dei Conti, Ufficio parlamentare per il bilancio fanno a gara a denunciare bassezze e turpitudini del governo. In controtendenza con le agenzie di rating, e con i benefici fiscali per i lavoratori, al terzo o quarto anno. Lasciano il tempo che trovano, i lavoratori non leggono i resoconti parlamentari, e queste testimonianze, esageratamente sbilanciate, valgono a futura memoria, quando al governo tornerà il Pd. Ma testimoniano, la “gente” lo capisce, a favore del governo, che non ha esagerato col sistema delle spoglie –non dove poteva intervenire, p.es. all’Istat e all’Upb.
Come mai la sinistra, questa sinistra, “intellettuale”, istituzionale, burocratica, aiuta la destra?

Da Alfredo Reichlin, già ministro dell’Economia nel governo ombra del Pci, e Luciana Castellina si sono germogliati due economisti di chiara fama, Pietro, si scopre in occasione delle audizioni parlamentari sulla manovra, e Lucrezia, da tempo commentatrice principe sui grandi giornali. Buon sangue o buon partito? Pietro insegna alla Luiss, l’università dei ricchi.


465 coloni israeliani, inquadrati, protetti dalla polizia, entrano nel complesso della moschea Al Aqsa, il luogo più sacro dei mussulmani dopo la Mecca, protestando “visite turistiche guidate”, nel mentre che fanno riti purificatori. Al netto del ridicolo, è un segno di barbarie. Tanto più che è inavvertita – un diversivo come un altro. Da gente che si vuole molto devota.

È lite tra il giornalista Ranucci e il Garante della Privacy. Che però è stato nominato, nel 2020, dal governo Conte 2, il cosiddetto governo giallorosso, 5 Stelle col Pd, lo schieramento politico di Ranucci. Quattro membri su 5 di Pd e 5 Stelle. Ma questo non si dice.

Si annuncia un tennis misto a Dubai per Capodanno - tra la prosperosa campionessa Sabalenka e un Kyrios ex campione che sopravvive per insultare Sinner - come la sfida del secolo, che “libera” le donne. Mentre è il solito circo per riempire gli alberghi e le tv –l’emiro del Dubai è nato grande commerciante. Si equivoca sul Rinascimento delle petromonarchie, sulla testimonianza pagata di Matteo Renzi tre o quattro anni fa. Mentre le donne, nonché in mutandine, non vi possono andare neanche in pantaloni, se non ricoperte da gramaglie che ne nascondano le forme.

Netanyahu fa arrestare la Procuratrice Militare perché ha denunciato un caso di tortura. E punta alla Procuratrice Generale che lo ha rinviato a processo per malversazioni. Se ne fa scandalo ma non troppo. Neanyahu non è un premier eletto?

Il governo Netanyahu al completo diserta la cerimonia per i trent’anni dall’assassinio del primo ministro Itzak Rabin.Nemmeno un commento dispiaciuto. E questa è la realtà di Israele, che da Rabin in poi vota a destra, e anche all’estrema destra. Cioè coloro che armarono l’assassino, e poi lo giustificarono. Sono fatti, non riducibili all’antipatia che può suscitare Netanyahu, l’opportunismo politico.


All’improvviso, dopo trent’anni dalla morte, si celebra in Israele Itzhak Rabin. Il generale e primo ministro socialista assassinato perché aveva  fatto la pace a Oslo – aveva provato a fare la pace. Come se Israele avesse capito che non potrà vincere tutte le guerre – questa è la terza dopo l’indipendenza e il Kippur, e la più lunga e cruenta, per giunta contro una forza che si svilisce, un gruppo terrorista.


L’assassinio di Rabin è stato un fatto grave. Ma liquidato, fino ad ora, come l’opera di un esaltato. Anche se ispirato, e praticamente armato, da un influente ministro di Netanyahu, Ben Gvir, uno di quelli che la Palestina vuole ripulita dei Palestinesi. Israele si è resa conto in questa guerra, contro “una banda terrorista”, che non può vincere tutte le guerre? Anche con le armi e i soldi degli Stati Uniti?

Si celebra l’arrivo di Spalletti ad allenatore della Juventus. E si dimentica che questo grande club, il più blasonato e ricco, e quindi in teoria il meglio organizzato, ha cambiato tre allenatori in sette mesi – nemmeno il pittoresco Gaucci del Perugia. Mentre si gravava di acquisti costosi di atleti che non fa giocare – non sanno giocare.

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