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L’effetto Di Pietro a Bruxelles – o l’Europa abbandonata
Eva è Eva Kaili, greca, socialista, giovane, bella,
vice-presidente del Parlamento europeo. Rovinata a Bruxelles, nella carriera
politica e nella vita, da un emulo di Di Pietro, un avvocato che si era fatto giudice
istruttore per entrare poi da salvatore in politica, un certo Michel Claise (lo
fece, un anno dopo avere imbastito il caso, ma ebbe solo 5 o 6 mila voti –
peggio del giudice Ingroia). Carcerata e umiliata in vari modi, lei, suo padre,
suo marito, la figlia, di due anni. Il suo avvocato ne fece subito denuncia, senza
essere contraddetto: “Per sedici ore è stata in una cella di polizia, non in
prigione, e al freddo. Le hanno tolto il cappotto e le è stata negata una
seconda coperta. Aveva il ciclo con perdite di sangue abbondanti e non si è
potuta lavare. La luce della cella è sempre rimasta accesa e lei non poteva
dormire”.
La difesa-denuncia di Eva Kaili è d’ufficio. Ma
Guastella è il decano dei giornalisti a Bruxelles, sa come si fanno le cose attorno
al Berlaymont – e non aveva fatto un eroe in un primo tempo dell’avventuroso Claise,
“il coriaceo giudice”, “celebrato in patria come integerrimo paladino
dell’anticorruzione” (di Eva Kaili scrivendo tranquillo “arrestata in flagranza
per corruzione”)?
Una storia di varia umanità. E di malagiustizia – lo scandalo
per il quale Kaili è stata arrestata e torturata, il “Qatargate” dei cronisti
giudiziari, nessun successore di Claise si è sentito di portare in tribunale, a fronte di prove false. In
una capitale che si dimostra ogni giorno di più un handicap per l’Unione
Europea, per razzismo, più o meno velato (fa scandalo solo di italiani), divisioni
etniche, riserve sulla stessa Europa, burocrazia spaventosa. E ora pure i processi
“mediatici”. I belgi non si scoprono ora. Ora il Qatargate si farà in tribunale, forse, contro gli inquirenti, per aver diffuso in anticipo sugli avvisi di reato e gli arresti, tra un gruppo di giornalisti, tutti i particolari della futura operazione.
Un po’ di autocritica sulla politica fatta dai
cronisti giudiziari non sarebbe stata male.
Lodovica Bulian-Giuseppe Guastella, Il peccato di
Eva, Fuoriscena, pp. 240 € 17,50
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