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sabato 6 dicembre 2025

Toccherà rifare il “Viaggio” di Céline

L’amministratore delegato e direttore editoriale di Adelphi analizza “Londra”, il corposo inedito ricomparso “un po’ misteriosamente una sessantina di anni dopo la morte dell’autore”. Per cercare di datarne la scrittura. “Il coro degli studiosi, con rare eccezioni, è unanime: Guerra  e Londra”, due degli inediti fatti ritrovare tre anni fa e già pubblicati, “sono stati scritti tra il ’34 e il ‘35”. Tra i due grandi romanzi di Céline, dopo il “Viaggio al termine della notte” e prima di “Morte a credito”. Colajanni non ne è convinto. Basandosi sulla corrispondenza, e sulla mole del lavoro, spiega persuasivamente che i due testi dovevano fare parte del “Viaggio”, ma poi sono rimasti fuori. Per motivi che non sappiamo. Anche se con probabili rilavorazioni successive.
Un riesame che Colajanni basa sulla corrispondenza. Ci sarebbero altri elementi, si può aggiungere, stilistici e (orto)grafici, per una diversa, più probabile, datazione. Resta il fatto che  “Céline a quei manoscritti teneva moltissimo, e ha continuato a rimpiangerli per tutta la vita”.
Un saggio alla fine più complesso e ambizioso che la datazione degli inediti. L’intervento su “Londra” porta a un riesame del “Viaggio”, del progetto e della scrittura del “Viaggio”, l’opera prima (in realtà no, ma è questione complessa) e più importante di Céline. Colajanni ne avvia la rilettura. E individua, attorno al “Viaggio”, una sorta di “ciclo di Bardamu”, il nome diminutivo, ironicamente spregiativo, che lo scrittore si dà nel primo ciclo di narrazioni, nei primi anni 1930.
Roberto Colajanni, I castelli in aria di Céline, “La Lettura”  16 novembre 2025

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