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martedì 19 novembre 2013

Recessione – 10

Tutto quello che dovreste sapere ma non si dice:
L’Ocse rivede al ribasso le stime sul prodotto interno lordo dell’Italia nel 2013, da meno 1,7 a meno 1,9 per cento. Due settimane dopo che la Commissione Ue aveva anticipato l’ulteriore peggioramento del pil, da meno 1, 3 a meno 1,8. Quaranta giorni dopo che analoga revisione al ribasso era stata fatta dal Fondo Monetario Internazionale, da meno 1,5 a meno 1,8.

Il tasso di disoccupazione è in Italia al 12,5 per cento. È un record storico, dopo gli anni immediatamente successivi alla guerra. Il precedente record negativo era del 1983, al 10,9 per cento.

La disoccupazione era dell’8,4 per cento nel 2011 – inferiore alla media Ue, 9,6 per cento. La recessione indotta dal governo Monti ha peggiorato la disoccupazione in diciotto mesi di 3,1 punti percentuali, settecentomila posti di lavoro.

In particolare è peggiorata la disoccupazione degli uomini: era al 7,6 per cento nel 2011, contro il 9,6 della media Ue e delle donne in Italia, è ora, secondo le prime stime, al 12 per cento.

La banche italiane sono le più solide in base ai parametri: il core tier 1 supera l’11 per cento, ed è giudicato di tutta sicurezza. Misura la consistenza del capitale e delle riserve di bilancio (utili non distribuiti al netto delle imposte) in rapporto al credito concesso. È migliorato ed è forte in relazione al credit crunch, allo scarso credito attivato per investimenti. Le banche sono solide perché l’economia è debole.

Le banche italiane, considerate dalla Banca d’Italia le più affidabili, registrano tutte ricavi e utili in calo a fine settembre rispetto al già difficile 2012. I minori tassi di attività e guadagni i sono imputati per intero alle attività italiane.

Le sofferenze delle banche italiane (crediti non riscuotibili) aumentano ogni mese di 2,2 miliardi. Il totale delle sofferenze lorde era a settembre di 144 miliardi. Aumentato di 26,8 miliardi rispetto al record negativo precedente di settembre 2012, o del 22,9 per cento.

Oltre due terzi delle sofferenze bancarie, 99,1 miliardi su 144, derivano dal credito alle imprese. 

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