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domenica 17 novembre 2013

Un papa non viene dal nulla

“Sincerità, semplicità, sobrietà” Bruno Forte pone a fondamento, sul “Sole 24 Ore”, della popolarità di papa Francesco. In tono elogiativo, con apprezzamento senza riserve. Ma mettendo involontariamente in moto un procedimento antifrastico. Se si riflette, cioè, che la Chiesa procede per severa cooptazione, il suo procedimento politico cardine. Democratica, cioè ad accessi aperti, ma ipercontrollata nella “carriera”: Bergoglio è diventato papa essendo stato per lungo tempo vescovo e poi cardinale.
Confondere un papa con il Francesco per antonomasia è inoltre un segno del rigetto della politica che ci sta soffocando. Un papa non può esserlo, essendo per definizione un capo e un governatore. Né lo era san Francesco, che non fu un testimonial ma un santo di profonde e ragionate politiche. Del resto, andare al Quirinale in una piccola Ford, magari seduto accanto all’autista, è segno di sobrietà,  o ostentazione di sobrietà?
Questo papa vuole fare notizia. A che pro? È l’arma del populismo, tenere occupate le folle. In questo, il papa è argentino in tutto, niente di piemontese o genovese in lui. Ratzinger era persona morigerata, i Giovanni Paolo e tutti gli altri che lo hanno preceduto, compreso Pio XII, non si vedono più da secoli papi del lusso. Hanno abitato i palazzi vaticani e vestito cerimoniali per preservare il ruolo. L’ostentazione è di questo “papa umile”: twitta, telefona, impone la mani, usa scarpacce, e lo fa sapere. Invita Scalfari nello studio seminterrato che sa di suore perché ne parli.  

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