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lunedì 27 ottobre 2025

Se lo sfacelo ex Agnelli è colpa dell’allenatore

Un centravanti che fa fare gol al terzino avversario, nella propria porta, roba da Ridolini, era ancora da vedere in campo. Comprato a caro prezzo, come uno che fa molti gol – mentre di suo non gliene riesce nemmeno uno.
Succede alla Juventus, il club degli Agnelli, con l’ultimo acquisto strombazzato come letale – giustamente? Ma la colpa è dell’allenatore, non di chi ha fatto l’affare. Che non è l’unico, sono ormai una dozzina gli acquisti di brocchi a Torino, a caro prezzo.
L’eredità Agnelli, l’impero d’Italia, è una serie di rovine, in tutti i settori non solo nel calcio. Dove hanno vinto quando hanno avuto dirigenti capaci, Giraudo e Moggi prima, poi Marotta - che variamente hanno provveduto a liquidare. Quella del calcio è un aspetto minore della rovina, dopo quella della Fiat-Chrysler, ora perfino di Ferrari. Il capitalismo familiare è alla moda in Italia, gettonato anche dai giornali di Elkann, l’ex signor Fiat, ma il suo caso maggiore è da spavento.
Nel calcio è tale l’insipienza che si vorrebbe fosse la coperta di un qualche mercato corrotto, di affari poco puliti – tangenti, sfioramenti, pizzo. - dietro l’apparente scelleratezza di gestione. Ma può darsi che non ci sia nemmeno quello – e non per buon’animo.

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