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venerdì 6 maggio 2011

Le aquile Usa sono casiniste

È il racconto di un’incursione americana nella prigione di Evin a Teheran trent’anni fa. Che s’immaginava scritto a risarcimento della disastrata missione di incursori ordinata sullo stesso carcere dal presidente Carter. Ma riaperto dopo l’incursione e l’assassinio di Osama, si manifesta (si conferma) tutto incredibilmente falso: 1) non capita d’incontrare libri falsi, e così lunghi, articoli sì, dichiarazioni, ma libri sembrerebbe impossibile; 2) l’autore stesso dà i riferimenti per dichiarare falso il suo inno; 3) si priva, per essere falso, di elementi e personaggi (iraniani) che ne rafforzerebbero la narrazione; 4) rende i suoi eroi irrefrenabilmente antipatici.
Scritto bene evidentemente, è un best-seller duraturo. Ma è talmente immorale che porta a interrogarsi su che mondo è in realtà questo della pax americana. È imperialista. Violento, quasi razzista. E pretende la salvezza per una società che non ha pagato le tasse, e anzi ha corrotto delle persone per non pagarle. Anche a pensare che sia stato scritto su commissione, di Ross Perot o della Eds, anche in questo caso è falso: è controproducente.
Gli eroi risultano una banda di americani stupidi, con l’eccezione dello “stupido” Simmons, il militare. Il cattivo Dedjer è un magistrato solerte e integro, che da solo, contro lo steso regime iraniano, tiene testa alla corruzione Usa. La posta in gioco, per cui si monta la “liberazione”, è un contratto frutto di corruzione. Nemmeno per un istante la brillantissima Eds si rende conto che tutto è perduto, compreso il contratto, per quello che tutti vedono, anche i presumibili lettori del Mid-West: c’è una rivoluzione in atto. Tuttavia, questo polpettone è stato un best-seller ammirato. E ha servito per una serie tv pare di successo, e da manifesto politico per Ross Perot. Poi Perot ha lasciato, era solo un vecchietto bisognoso di protagonismo: che Follett non abbia scritto, facendosi pagare magari da Perot, un libro-beffa? Altra dignità, perlomeno nel riciclaggio che ne fa DeMille ne “I Dieci Comandamenti”, ha il titolo analogo del rev. Southon nel 1937.
Ken Follett, Sulle ali delle aquile

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