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venerdì 17 giugno 2011

Ombre - 92

Gli Stati usurai delle banche che hanno salvato, su tutti Obama e la regina Elisabetta? Usurai per modo di dire, ma Mediobanca calcola che ci hanno guadagnato 67 miliardi di dollari. Una diecina di manovre cui si sta costringendo l’Italia solo per il caro-denaro.

D’Alema è andato a Milano a lodare un libro di “Esercizi spirituali”, con le prediche quaresimali tenute in Vaticano da un mons. dal Covolo. Erano gli esercizi spirituali del papa e pazienza. D’altronde, un politico va sempre dove lo chiamano, il problema non è D’Alema – Togliatti ha sempre ammirato i gesuiti, cui si devono gli esercizi spirituali. Presenziava anche il rettore benedettino di Camaldoli, l’abbazia specializzata nel dialogo tra le religioni, e dunque l’incontro si può anche rubricare interreligioso. Ma il monsignore predicatore e la Libreria Editrice Vaticana pensano d’illustrarsi con D’Alema, e magari di vendere questi “Esercizi spirituali”, sia pure offerti al papa, agli (ex) comunisti? Poi si dice che non ci sono più credenti.

Con De Magistris Napoli si è assicurato un forte ariete per dare la colpa “agli altri”. Il neo sindaco ha fatto in fretta a riempire la città d’immondizia. Dopodiché ne ha dato la colpa al governo.

La prima decisione della giunta De Magistris a Napoli è “termovalorizzatore mai”. Il giudice mantiene gli impegni.
Ma non si può dure che non sia previdente: l’impegno fa prendere e annunciare dal vice Caputo, che il Mattino chiama “comunista gentile”, ben voluto dai parroci. Non si sa mai che la Procura cambi, e invece del gentile procuratore Lepore ne venga un altro. Si tratta infatti di un favore alla signora Marilù Faraone Mennella, sposa dell’ex presidente della Confindustria D’Amato, che su terreni del termovalorizzatore ha in progetto una valorizzazione immobiliare plurimiliardaria, NaplEst.

“Sgarbi ha smascherato l’Italia”. L’Italia intellettuale, la “corruzione degli intellettuali”. È l’argomento del fogliettone (la terza pagina) della “Süddeustsche Zeitung” giovedì, un giornale non simpatetico politicamente.
Il giornale filosocialista di Monaco spiega ai suoi lettori in che cosa è consistito il “padiglione Italia” a Venezia. In una congerie di opere di “amici, parenti, amanti” degli intellettuali d’Italia. I migliori, Eco, Magris, non esclusi: invitati da Sgarbi a segnalare un’opera, tutti hanno segnalato roba mediocre e di nessun interesse culturale, ma di persone a loro vicine.

È estate, Berlusconi torna in Sardegna, Zappadu torna a fotografarlo, mentre saluta grazioso con la manina, e “L’Espresso” torna a pubblicare le foto di Zappadu. Ora, facendo il giro inverso, “L’Espresso” continua a pagare Zappadu alle Bahamas? E Zappadu non pagherà le royalties a Berlusconi alle Caimane? Perché, se così è, il lettore dell’“Espresso” non è perseguibile, in quanto stimola e anzi finanzia l’evasione fiscale?

Allontanano Santoro quando gli veniva utile: un paio di serate con De Magistris e Berlusconi avrebbe rivinto le elezioni – ce n’è sempre una. Si conferma che i media, se sono influenti per gli insuccessi, non lo sono per i successi di Berlusconi: ha vinto, quando ha vinto, senza i media.

Devastante dossier di “Famiglia Cristiana” sulla guerra alla Libia. Marinella Correggia vi documenta le false informazioni (via Twitter) su cui la guerra è nata, e tutte le “bugie di guerra” che hanno accompagnato la crisi libica da subito (numeri assurdi di morti e feriti, con le solite storie di mercenari e cecchini – mancano gli stupri).
Il settimanale critica naturalmente il governo, perché è antiberlusconiano. Ma non cita, nemmeno per errore, Napolitano che la guerra ha voluto. I preti non cambiano mai.

“Famiglia Cristiana” critica la guerra alla Libia sulla base dei dati di una “Fact Finding Commission (Commissione per l’accertamento dei fatti) fondata a Tripoli da una imprenditrice italiana, Tiziana Gamannossi, e da un attivista camerunese” – è l’attivista “l’esperto camerunese di geopolitica Jean-Paul Pougala (docente a Ginevra)” citato più avanti? O Gamannossi è anch’essa invenzione della rete?

I big berlusconiani di Roma, Polverini, Alemanno, vanno al corteo gay e si fanno fischiare come fascisti. Dopo che – il sindaco Alemanno – hanno pagato il concerto di Lady Gaga, di cui Roma sentiva la mancanza, invece di chiederle le royalties per lo spot sullo sfondo del Colosseo. O non ci sono andati per farsi fischiare? Per la politica dell’apparire: sparlate di me purché ne parliate?

Si fa festa per il successo dei referendum come di un successo della rete. L’Italia insomma si vuole l’Iran, non potendo essere l’America – dove la rete ora batte per la destra. Mentre è un successo dei giornali, che sono andati ovunque esauriti in prossimità delle scuole seggi elettorali. I giornali lo sanno ma non lo dicono, preferiscono elogiare la rete.

Cortei gay a Roma. “Il Messaggero” e il “Corriere della sera” li celebrano, ma curiosamente a imbuto: due milioni sono attesi in prima pagina, un milione nel servizio di cronaca nazionale, e trecentomila in quelli di cronaca romana. Il giornale si vende di più se le spara più grosse?

Saranno tre mesi, o quattro che l’Italia bombarda le città in Libia, ogni giorno, ed è come se non. Una mancanza di sensibilità che sarebbe incredibile, se non fosse vera.

Il Pd accusa il Tg 1 d avere fatto propaganda elettorale dicendo sabato che domenica sarebbe stata calda e assolata. Sembra una furbata, di farsi propaganda con niente, ma è un abito mentale, talmente e rozzamente totalitario che sembra incredibile. A opera di (ex) comunisti, e di preti (mancati).

The man who screwed an entire country”, l’uomo che s’inculò un paese, è il titolo grazioso dell’“Economist” per un’inchiesta sull’Italia. Condotta da un bel giovane che il “Corriere della sera” e l’ineffabile Severgnini subito incensano. Tradotta con riverenza e pubblicizzata dall’“Internazionale”, una rivista che pure non può permettersi tanta costosa pubblicità sui quotidiani. Una cosa che l’“Economist” non oserebbe per il Botswana. Ma a Milano buggerare si conferma normale.

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