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sabato 12 aprile 2014

Il re dell’elusione

Non si salta nulla, Calvino è sempre lieve, quasi sempre. Ma alla fine con un gusto amaro: di che stiamo parlando? Di letteratura? Del romanzo, che sarebbe impossibile (per Calvino)? Dell’uso di “cosa” invece di “che cosa”? Del fantastico italiano che sarebbe il meraviglioso francese. Con dieci pagine sul Gruppo 63, un’avanguardia che era di signorini in cerca di visibilità e collaborazioni, forse cinque pagine, ma sembrano tante?
Calvino ci vedeva bene, ma se ne guardava anche bene, di dire le cose come stanno. Si può dire anche lui un re dell’elusione – di cui intrattenne un vecchio numero di “Granta”, 1996, tema il crimine, con a fronte una foto allusiva di Andreotti. Qui lo dice anche: l’Italia è un paese di “storie misteriose”, oscuro. Senza cause e senza colpe.
Italo Calvino, Mondo scritto e mondo non scritto

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