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giovedì 20 novembre 2014

Fisco, appalti, abusi (61)

Equitalia deposita alla Casa Comunale di Roma la vostra multa, insieme con 9.991 altre, un certo giorno di fine luglio, senza darvene comunicazione. Dopodiché tre anni dopo, vi chiede il doppio della somma. Senza nemmeno incorrere nel divieto di usura, nonché di truffa - il doppio lo conteggia a vario titolo, indennità, compensi etc. Ben congegnato, se non fosse una società di Stato, e comunque soggetta alla legge.

Anche la multa che è all’origine dell’atto ingiuntivo di Equitalia può non essere mai stata notificata. All’Ufficio Contravvenzioni di Roma Capitale è pratica corrente. Dopo un congruo periodo di tempo, lasciato passare per cancellare la memoria, mediamente tre anni, la multa verrà passata all’esazione raddoppiata. Come far fruttare un bene intangibile, una multa stradale - magari contestabile. Ingegnoso anche questo, ma non è un furto con violenza?

Andrea Garibaldi ha, sul “Corriere della sera-Roma” del 19 novembre (“Poste, i sogni e la realtà”) gli avvisi mai recapitati di una raccomandata non consegnata. Questa non è una novità, ma è ora pratica corrente a Roma: il postino delle raccomandate passa e non lascia avvisi – ma non passa, ha un secondo lavoro. Il destinatario finisce così nella rete di Roma Capitale, Ufficio Contravvenzioni, e quindi di Equitalia. Nelle raccomandate, questi sì recapitate, che raddoppiano e triplicano la multa.
Inefficienze? A caro presso per i destinatari, a volte carissimo. Ma è inutile protestare con le Poste, Garibaldi spiega in dettaglio.

Ma perché non potrebbe essere un complotto, sempre per far fruttare un bene intangibile, seppure tra ladri? Almeno sembrerebbe una cosa intelligente. Un complotto tra Vigili Urbani, Poste e Equitalia: c’è nulla di più antipatico - in uno Stato legalitario si direbbero altrimenti?

Si è impunemente sollecitati a connessioni con le numerazioni satellitari, 0016, 0011, etc, costosissime e di  nessuna utilità se non per il dialer, senza che mai la polizia postale pensi di intervenire. Né la carissima Autorità Garante delle Comunicazioni.
Per la Befana del 2010 l’Autorità aveva disposto il blocco automatico di queste chiamate. Ma era forse uno scherzo – avrà confuso la Befana col Carnevale.

Si è disturbati diecine di volte giornalmente dai dialer satellitari, e i non accorti truffati. E sollecitati da innumerevoli call center, diecine di volte giornalmente, con offerte farlocche di tariffe telefoniche, luce e gas. Chiamano in automatico, grazie al non piccolo mercato degli elenchi della concorrenza, che si penserebbero riservati. Che vengono scaricati dalla reti, Terna, Snam, Telecom – o da esse venduti? Senza che le Autorità della Comunicazione e dell’Energia, o il Garante della Privacy abbiano nulla da ridire. Si è assediati e truffati nel nome del mercato e della protezione del consumatore.

Un pacco spedito con Poste Italiane cambia tre uffici postali nella città di spedizione (Bologna) e tre nella città di destinazione (Roma). La logistica non è stata ancora inventata.

Sda-Poste, per gli stessi pacchi che girano per sei uffici in due città, offre il tracciamento automatico. L’entrata e uscita dagli uffici il tracciamento segue al minuto. La notizia della consegna la dà due giorni dopo. Sda-Poste se ne separa a malincuore? 

Si proclamano a Roma, e in altre città, due o tre domeniche a piedi d’inverno contro l’inquinamento atmosferico. Senza effetto, si sa, tanto più quando piove. Ma bisogna giustificare, coi disagi per tutti, quando piove non si può andare nemmeno a piedi o in bici, gli onerosi stipendi e costi di gestione delle varie strutture ambientali. Che ora difendono le domeniche a piedi come un fatto pedagogico. Alla bestemmia?

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