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mercoledì 3 maggio 2017

La “sottomissione” viene da lontano - o Houellebecq alla Cultura, lepenista

“L’integrismo islamico aveva preso proporzioni allarmanti dopo Londra, Bruxelles era ora divenuta un santuario terrrorista”, questo confida a Houellebecq un personaggio del suo racconto, Rudi il Belga, ma già quindici anni fa. E la tedesca Pam, in vacanza anche lei a Lanzarote e in procinto di trasferirsi in Spagna con la fidanzata Barbara: “I tedeschi non hanno più voglia di restare in Germania, perché è un paese sgradevole e freddo, e perché trovano che ci sono troppi turchi”.
Un racconto porno, questo “Lanzarote” rilanciato dall’“Espresso” in chiave ecologica – beh, naturista lo è, le cose si fanno all’aria sulla spiaggia, prima e più che in camera a letto. Condito dall’ironia catastrofica che finirà in “Sottomissione”. E già ben piazzato nella depressione europea, non si può dire che Houellebecq non sia un barometro fedele. “L’umiliazione e la paura” sono già al giro del secolo “una tendenza comune all’insieme delle nazioni europee”. Con l’abbandono inerte alle sette, qui i raeliani - fino a farsi il carcere rassegnati per la pedofilia che la setta non sconsiglia e anzi raccomanda. Houellebecq non vota, e si vuole un piccolo borghese social-democratico, ma sarebbe giusta pietra di fondazione lepenista – buon ministro della Cultura farebbe se lei vincesse domenica. 
Il racconto, al netto della kermesse porno con la coppia lesbica, fantasia eccezionalmente pregiata, è di come uscire dal secolo, o entrarvi. Con una serie di gag, sul turismo e il millenarismo insieme – il turismo del millenarismo, e viceversa: la solita beffa del vissuto, ma non amara. Alla Befana del 2000, per l’inizio del secolo, o forse in anticipo di un anno, Houellebecq fa la vacanza non-intelligente, come lui usa, alle Canarie. Per caso, per l’illuminazione sbadata della ragazza all’agenzia viaggi - un’altra “ragazza con orecchino”, col piercing. E alle Canarie finisce a Lanzarote, per l’“offerta imbattibile”. Dopo aver chiesto - rifiutando “il solito Sud del Marocco” e la Tunisia - “un paese arabo non mussulmano”.
Partenza squillante e seguito esilarante, di amori a tre con le amanti tedesche, testimone un triste belga, abbandonato dalla moglie marocchina, che aderirà alla setta raeliana, molto prospera nell’isola. Si concorda anche lanamnesi delle spagnole, che lo fanno “senza complicazioni e senza storie”. Al contrario delle italiane, “talmente persuase della loro bellezza che divengono impenetrabili”. E altri luoghi comuni ameni. Anche la nazionalità della coppia lesbica, per la gioia del gallo Houellebecq, non è casuale, a ripensarci.
La vera cifra di Houellebecq – una sorta di Enzensberger di destra. Che posa a triste moralista, ma qui fotografa e si fotografa a pin-up. Da critico culturale piuttosto che, come tutti, da soggetto, “turista” e “millenarista”.  
Michel Houellebecq, Lanzarote, Bompiani, pp. 156, ill. € 12

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