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venerdì 15 giugno 2018

Il gran reporter Gozzano


“I signori dell’India non sono gli Indiani. E non sono nemmeno gli Inglesi. I signori dell’India sono gli animali”. Alla fine, la rivolta indiana del 1857 – in una con la “rivoluzione italiana”, questo si dimentica – è un racconto di forte suspense . Sotto il dato centrale dell’inimicizia anglo-russa. Della Russia, “ferita dalla campagna di Crimea”, che sempre si confronta all’Inghilterra sul suo fianco Sud, ultimamente dall’Afghanistan all’Iran e alla Siria: “La Russia in vedetta all’Himalaya” – anche se il ruolo dell’Inghilterra è passato agli Usa. C’è molto, c’è di tutto in questa India di Gozzano: la Bollywood colorata e cantante, E.M.Forster, l’estrema varietà nell’unità, il garbo, la violenza surrettizia, l’anglomania, l’elefante, l’idolatria (anche tra i cristiani: “Gesù è uno di loro, un avatar,una incarnazione di più”).
Una leteratura di viaggio, densa e vera, a cui non siamo abituati. Se non ultimamente con Robert Byron, Chatwin, Theroux, Annemarie Schwarzenbach, Maillart, Peter Levi – che curiosamente ha più di un episodio, in Afghanista, che sembra un calco di questo Gozzano. Con immagini che si stagliano ancora vive, di personaggi, modi, eventi. Il duello fra il cobra e la mangusta. Le indiane rajput. La tessitura del tappeto – opera di colori e suoni insieme. Le torri del silenzio. Da entomologo curioso, e anche botanico.
Molti i racconti. Il Natale a Ceylon, al suono remoto delle campane. Il sognatore che naviga verso la Goa leggendaria, per “la malinconia delle città morte” – “Goa la Dourada” è solo un sonetto di Heredia, che insegue Gozzano da ragazzo. Il viaggio in treno, con “due passere sbandate” francesi. I cipressi “giganti calamitosi” dell’islam, in una con gli agrumi festivi, e con l’acqua. La visita a Golconda, vera o inventata, diventa un racconto d’avventura, di quando, “a metà Settecento, era ancora di moda il racconto d’avventure, le roman merveilleux, vi giunse profuga Madama Angot per tentare con la sua bellezza occidentale le stanche voglie dei sultani decrepiti” – una madama che non è mai esistita, è un tipo teatrale, della “pescivendola” assurta a corte, che solleva dalla”troppo leopardiana tristezza” (“la grazia tracotante della pescivendola parigina mi perseguita”): Gozzano si diverte, giocando al “melodrama giocoso”, e diverte, il colto e l’incolto.  
Molte anche le verità dimenticate, o ignorate nella sopravvenuta ignoranza. “I Maomettani dell’India ignorano la Turchia;… la loro patria lontana è l’Inghilterra: Londra – e non Costantinopoli – è la capitale dei loro sogni”. L’imperialismo, deprecabile, che tiene in pace i popoli tumultuosi, protegge i diritti, insomma, ne protegge di più, insegna e obbliga alla legalità, apre strade e moltiplica le ferrovie. E perfino un primo accenno di post-umanismo, nella sorprendente animalità che unifica.
Un curioso revival. Perché questo Gozzano fa discutere – nel presupposto che sia per “gozzaniani”? Bompiani lo dice “un itinerario modesto”, ma non sembra. Gozzano fa vedere molto. Troppo, molto di più di quanto ha visto, di persona, negli spostamenti? Che vuole dire? È un racconto di viaggio, superbo. E anche veritero: nessuno che si accosti all’India oggi, o che ne rilegga la storia recente, lo  troverebbe falso.
Roberto Carnero, che ha curato l’edizione Bompiani, sostiene di voler andare oltre “la polemica tra gli studiosi su questo libro”, nel quadro della “poetica gozzaniana”, ma curiosamente la ripropone, sostenendo che “il grado di falsificazione è massimo, come mai nel resto della produzione gozzaniana”, per “l’intossicazione letteraria”, che l’ironia non riesce a stemperare. Ma non c’è ironia invquesta India, e c’è, dichiarata, l’intossicazione letteraria. Ma questa è Gozzano. Mentre il viaggio, anche se solo di poche cose viste, ma comunque molte, enormi, per un lettore italiano, è un viaggio vero: il racconto lo è – e la “poetica gozzaniana” non va tarata anche su queste lettere dall’India?  Seppure occasionali, per un giornale, e raccolte in volume postume, dal mercato editoriale – in realtà rifinite, la scrittura di un anno o poco meno, a viaggio da tempo concluso.  Guido Gozzano, Al sole dell’India, Touring Club Italiano, remainders, pp. 145., ill. € 5
Verso la cuna del mondo, Bompiani, pp 246 € 13
Viaggio in India, Graphofeel, pp, 18, ill. € 14

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