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sabato 23 marzo 2019

Il mondo com'è (370)

astolfo

Botteghe Oscure – La sede del Pci è scomparsa con le carte, e con armi? Due personaggi ancora in vista, non screditati, danno una curiosa versione della chiusura della sede storica del partito Comunista Italiano nel dopoguerra. Cirino Pomicino in “Strettamente riservato” dice di avere saputo alla fine di maggio 1992 da Vincenzo Scotti, ministro dell’Interno nel governo Andreotti, “che il Sisde lo aveva informato di un fatto strano: a notte fonda erano partiti da Botteghe Oscure due camion carichi di carte e di armi”. E aggiunge: “Il ricordo mi è stato confermato ancora una volta dallo stesso Scotti nell’autunno del 1999”.   
Non c’è stata nessuna reazione, né a Pomicino né a Scotti, personaggi ancora a galla e attivi. Il Pci sarà scomparso senza lasciare non solo nessun erede ma nessuna memoria. Era Pci la “scuola storica” italiana del dopoguerra: anch’essa si è dileguata col partito.

Dialogo delle fedi - È esercitazione cattolica. Anche un manifesto, se si vuole, della chiesa di Roma. Che in tema organizza ricerche, storiche e teologiche, dibattiti, convegni, celebrazioni anche fastose. Ma non è tema di discussione altrove, tra protestanti, islamici, israeliti, buddisti di varia scuola, indù, o altre fedi. Tutti convengono di tanto in tanto a  Roma, su invito della chiesa romana, ma per il galateo convegnistico internazionale – non si rifiuta un invito, a Roma poi, e si porta anzi un contributo, ma modesto e modestissimo (il rabbino di Roma perfino polemico, o la chiesa valdese). Non si spessore, non teologico, non storico. Giusto qualche esercitazione si registra isolata di teologi protestanti, per lo più luterani. Né organizzano mai convegni sul tema di loro iniziativa. Tra i protestanti anzi, oltre che tra gli islamici e gli israeliti, c’è una distinta costante animosità verso i cattolici e le loro istituzioni, anche laiche o di servizio (scuola, salute, accoglienza, assistenza). Un cinese o un filippino, un bengalese, un cingalese cristiano a Roma, di altra confessione che la cattolica, diffida istintivamente, e se non per istinto ci è portato dai suoi pastori, di preti, frati e monache, nelle tante istituzioni confessionali, una vastissima rete in Italia, che aiutano gli stranieri e gli immigrati, nel voto (occupazione, diritti), le pratiche amministrative, l’abitazione, l’assistenza medica, l’istruzione, attraverso le parrocchie, la Caritas, le Acli, e altre istituzioni sociali non discriminatorie, seppure confessionali. C’è molta, anche dichiarata, animosità contro la chiesa romana. Sull’omosessualità come sulle adozioni, o su Pio XII e gli ebrei, la presenza in terra infidelium, il femminismo, su ogni occorrenza: tutto nella chiesa romana è sbagliato, e sempre perfido. Singolarmente sterili i viaggi del papa in Turchia, al Cairo, a Dubai: non hanno niente né aperto alcun dialogo. Al Cairo il papa ha proposto un documento sulla pluralità delle religioni, che l'imam di Al Azhar ha tranquillamente sottoscritto, da intellettuale libero quale è, non da decano degli ulema o custode della fede, senza minimamente deflettere dalla vera fede, quella di Maometto - e senza contare che la taqyiah, la dissimulazione onesta, gli è religiosamente consentita, e anzi consigliata.

Gilets jaunes – Hanno “visto”, all’origine, il bluff ecologico. Degli “accordi di Parigi”, sottoscritti tranquillamente dai maggiori inquinatori al mondo, colpevoli di due terzi abbondanti dell’inquinamento atmosferico, Cina, India e altre potenze asiatiche, senza poi darsi cura di ridurre le emissioni nocive. Un’indifferenza che Macron ha preteso di finanziare, cavaliere bianco dell’ambiente. Con una tassa ecologica sui carburanti di 25 centesimi al litro. Un’enormità, anche se il fine si dichiara nobile: ridurre i consumi e favorire il passaggio ai veicoli ibridi o già elettrici. Di fatto una snobberia, se non un finanziamento ai fabbricanti di auto ibride, e una sorta di finanziamento indiretto ai grandi inquinatori, all’ombra della grandeur degli Accordi di Parigi. Un’imposta anche “ingiusta”, come sono tutte le imposte indirette su consumi di base. Che pesano sui meno abbienti.  Per un obiettivo palesemente irrealizzabile e di fatto subdolo. Per ridurre i consumi di  carburanti finanziando l’elettricità, le fonti rinnovabili. Come se queste non fossero fonte di inquinamento. Ma in realtà, si sa, per finanziare le rendite di chi (in teoria) produce energia da fonti non fossili. Una snobberia in quanto intesa alla gloria di Macron, portabandiera e leader degli Accodi di Parigi, naturalmente “storici”.   

Populismo – Ha attecchito in Europa nella versione americana. Nella ripulsa tardo ottocentesca, e poi a sprazzi per tutto il Novecento, della finanza predatoria e senza confini, oggi della globalizzazione. La ripulsa dell’immigrazione selvaggia si colloca nella stessa ottica: degli “interessi” che vogliono un mercato del lavoro senza regole e senza diritti – senza contratti, senza minimi retributivi. Steve Bannon, che ne è l’alfiere, in Italia confinato all’anatema, lo ha spiegato nell’unica occasione in cui è stato fatto parlare in Italia, a Rai 2 venerdi all’una di notte – in una trasmissione che non per caso si intitola “Povera patria”?  

Terrorismo – Quello islamico è occidentale? “IL terrorismo islamico è figlio di due rivoluzioni,(francese e russa)”, così “La lettura” sintetizza domenica 17 marzo  lo storico Didier Musiedlak – l’intervista con cui Alessandra Tarquini presenta l’ultimo studio di Musiedlak, uno specialista del fascismo e dei totalitarismi, “L’atelier occidental du terrorisme”. Ma è opera anche dei regimi totalitari, specifica lo storico francese: non solo della Russia sovietica, anche della Germania nazista e dell’Italia fascista”. E l’islam?
Il terrorismo è occidentale, specifica Musiedlak, perché è legato “all’avvento della società di massa”: “Il fenomeno si collega al processo di decomposizione delle società tradizionali, all’avvento delle masse e alla loro rivolta”. Questo avviene da fine Ottocento: “Sin dal periodo che precede la guerra del 1914 la matrice del terrorismo moderno è chiaramente definita: strutturazione di reti internazionali, uso di santuari, definizione di una disciplina militare nel partito politico, uso di scienza e tecnologia per scopi criminali, un immancabile attaccamento a un’ideologia”. Questo è vero del terrorismo europeo, “occidentale”. Ma quello islamico? “È a causa della colonizzazione e della decolonizzazione”. Nell’uno e nell’altro caso, “l’Occidente è stato accusato di distruggere la Umma (la comunità musulmana) in favore del nazionalismo europeo”. Il “Corano” non propone rivoluzioni: “I musulmani più radicali hanno utilizzato un concetto occidentale”. In linea generale, ecco il loro peccato, “hanno fatto propri concetti fortemente laici”, cioè occidentali, senza la civiltà occidentale, il fondamentalismo islamico non sarebbe stato possibile”.
Strana tesi per uno storico, di una storia segmentata e non in continuo. Di un millennio e mezzo di confrontazioni. Con un piglio più spesso, tra le grandi battaglie, decisamente terroristico, nell’organizzazione e negli effetti, corsaro – saraceno, babaresco – di sbarchi predatori e abbordaggi. Oltre che di organizzazioni terroristiche nel senso contemporaneo, di cellule appositamente addestrate, da Alamut e altrove. Molto nazionalismo del Novecento è stato peraltro arabo e islamico (Nasser, Gheddafi, il Baath, il panarabismo, il khomeinismo, coi pasdaran e gli hezbollah, i talebani), e induista, e buddista. “Senza la civiltà occidentale, il fondamentalismo islamico non sarebbe stato possibile”. No, c’è dopo, ma c’era anche prima.
L’argomento in realtà lo stesso Musiedlak ritorce: “In termini di valori, l’ideologia islamista si oppone efficacemente all’ideologia occidentale, perché le due aree culturali hanno una pretesa analoga, quella di diffondere un messaggio universale. In questo contesto, gli islamisti ritengono che i giovani musulmani immigrati debbano prepararsi all’assalto finale contro l’Occidente malato di materialismo”.
L’“ideologia occidentale” non fa nessuna guerra, da tempo. È peraltro sulla difensiva, addebitandosi l’etnocentrismo, e semmai si limita a pretendere il rispetto dei valori umani, o semplicemente civili.


astolfo@antiit.eu

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