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domenica 29 settembre 2019

Mario, il vinaio dell’acqua

Or sono due anni che Mario è morto, e il ricordo non sa essere afflitto, essendo di una persona breve, diretta e positiva – si muore, capita. È morto tra l’altro d’agosto, quando non c’era nessuno, forse per non disturbare, e questo è stato il solo scarto di una vita ordinaria.
Mario era il vinaio del quartiere. “Un residuato di guerra” diceva di sé, da tempo non vendendosi più il vino spillato, perché tutti lo compriamo asettico, si suppone, al supermercato – l’amicizia si era creata per questo, per volere ancora il “vino di Velletri”, di cui ogni anno prendeva una botte. Ma non un vinto: era venuto il boom dell’acqua minerale, e lui riforniva le case di acqua minerale. A cataste. Piccolo e in età, ma nervoso e atletico, sul vespino caricava tra le gambe due pacchi da sei sovrapposti, dodici-diciotto chili, e riforniva malati e psicotici a ogni piano, anche senza ascensore – “basta salire un pacco alla volta”.
Gli abitudinari che passavano per un bicchiere erano sempre più rari. E bevevano soli, lui non poteva, non avendo più stomaco. Ma l’acqua bastava. Con l’acqua aveva accumulato un piccolo patrimonio immobiliare. Di cui raccontava orgoglioso – l’orgoglio dele cose fatte è preannuncio di fine? Da quando era arrivato ragazzino dall’Abruzzo senza niente in tasca, senza titolo di studio, e senza mestiere, all’agiatezza che aveva costruito per sé e i familiari. Insieme con la moglie, che accomunava fiero: collaboratrice scolastica (“bidella”) di giorno, e sarta rammendatrice nel tempo libero – molto capace, bisogna riconoscere. La casa abitazione, “un attico”, grande. L’Alfa 164 per andare al paese, qualche domenica. La casa per i figli impiegati, una per lui, una per lei. La casa al paese, rilevata da fratelli e nipoti e restaurata – “una spesa inutile, c’è anche il riscaldamento, mi mordo le mani, non ci va nessuno, neanche d’estate, e quando ci vado i paesani mi guardano storto, ‘povero cretino’, pensano, magari ‘sbruffone’”.
Si può vivere bene con poco, basta applicarsi – il miracolo dell’acqua minerale lo faceva sorridere.

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