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venerdì 16 aprile 2021

Beati gli oziosi

L’elogio sarebbe degli “oziosi”, dei fannulloni ma fantasiosi. Dei pigri, degli oziosi che però si guardano attorno. A partire dalla scuola, e poi nel “lavorerio” - l’applicazione toglie molto più di quanto dà.
Sulla linea del paradosso, ma con applicazione, Stevenson nel 1877, a 27 anni, argomenta con cipiglio a favore del guardarsi attorno piuttosto che faticare. Con serietà - il saggio ricomprese poi, nel 1881, nella accolta “Virginibus Puerisque, and Other Essays”.
Un’argomentazione d’epoca, col flâneur di Baudelaire, e col Buonannulla tedesco, di Hebel, e poi di Eichendorff e di Hamsun.
Roba d’abbondanza, insomma, nelle attese, in prospettiva, in clima Excelsior. Una letturina corroborante, felicemente in controtendenza con questa epoca, ricca come non mai, con una ricchezza diffusa come non mai, nelle classi e nel globo, e triste, tetra - effetto del mercato, i padroni sotterranei ci vogliono morti, moribondi, cupi, terrorizzati?
Curato da Franco Venturi, una delle sue ultime cose. Con testo originale.
Robert Louis Stevenson, Elogio dell’ozio, La Vita Felice, p. 58 € 6,50

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