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sabato 17 novembre 2012

I sogni dopo l’acciaio

L’acciaio non viene bene al cinema. L’altro film omonimo troncò a Pirandello la carriera di sceneggiatore, e a Soldati per anni, suo sostituto, e al regista tedesco Ruttmann. Ruttmann si rifece con la moglie di Erich M. Remarque (un capitolo a parte di quel primo “Acciaio” è la moglie di Remarque, Jutta Zambona, che dopo avergli rivisto “Niente di nuovo sul fronte occidentale” e scritto l’ultimo capitolo, lo lasciò per il muscoloso Ruttmann, il regista, che intanto collaborava con Leni Riefenstahl nel capolavoro che non si può vedere, “Trionfo della volontà” – Remarque si consolò al Lido di Venezia con Marlene Dietrich, e dopo la guerra con Paulette Goddard).
Mordini se ne tiene lontano, sulla traccia del  romanzo premiato di Silvia Avallone, raccontando una storia di speranze e di amori – di lei per lui, di lei per lei eccetera. Guardando l’Elba, l’isola di fronte, l’ultima estate di sogni di due ragazze. In una Piombino deserta,  dopo la stagione (il sogno?) industriale. Invece delle fiamme e il fumo dell’acciaieria, una città metafisica.
Stefano Mordini, Acciaio

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