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venerdì 18 dicembre 2015

Le anime rifatte

Riviste su Sky a un anno di distanza, le “Anime nere” di Munzi sono tutt’altro: intime e non gridate, vittime e non sopraffattrici, avventurose più che delittuose. Elegiache invece che horror

Una specie di favola mafiosa, della violenza ineluttabile. In questo memorabile.
Ma è come se il film fosse stato rifatto. E forse lo è. Per minute ma sostanziose rimodulazioni del montaggio. Sul laconico, del parlato, della gestualità. È comunque un altro racconto. 
Due o tre fotogrammi in più lo ambientano favolisticamente, in un paese abbandonato - Africo Vecchio. Il parlato è modesto, sottotono, come è l’uso locale, dialettale, non più urlato. Anche i rumori sono attutiti. Più di una scena manca dall’originale, pre-Venezia 2014, di quelle horror. Il vero mafioso, Barreca-Due Naschie, è quasi cancellato - il Male è una rete, senza volto. Il ruolo di Marco Leonardi, il fratello buono-cattivo, l’interpratzione migliore del film, sembra ed è ampliato – sarà il destino di Leonardi, l’ex bambino di “Cinema Paradiso”, di essere rimontato?
Francesco Munzi, Anime nere

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