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martedì 4 luglio 2017

Alla guerra come alla rivoluziione

Curiosa riedizione, nel 1973, dell’arte della guerra che Napoleone non ebbe il tempo o la voglia di redigere, estratta da più editori variamente dalle lettere, le conversazioni, i proclami, le direttive, le parole famose, i ricordi altrui. Una raccolta, questa, di rara indigenza. Qui proposta, è l’unico motivo di interesse, in chiave rivoluzionaria per il movimento del Sessantotto. Da una casa editrice, Champ Libre, creata nel 1969 per servire alla contestazione.
Ma era già all’uscita, nel 1973, la compilazione una resa dei conti all’interno dell’extraparlamentarismo. Il fondatore di Champ Libre, Gérard Guégan, gettava la spungna, in una postfazione avvelenata. Che questa riedizione ripropone. Insieme con una nota alttretanto avvelenata dello stesso in veste di curatore, “Yann Cloarec”. “Non c’è mai rivoluzione spociale senza terrore” è il pensiero di Cloarec. “Il militantismo è lo stadio supremo dell’alienazione” la conclusione di Guégan. Alla guerra come alla rivolzione: se va bene, è bene.
Napoléon, Comment faire la guerre, Mille-et-une-nuits, pp. 79 € 3

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