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La Francia protagonista e la storia di Marx
La storia
del miglior Marx, che si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la
seconda come commedia, è bene espressa, testimoniata, certificata dall’Unione Europea.
Per molti aspetti. Il più attuale è la Francia protagonista. Non a teatro, in
politica internazionale - a parte il fatto che la storia può essere commedia sempre, e tragica, ma lasciamo perdere.
Al tempo
di De Gaulle, sessant’anni fa, coi “non possumus”: niente Nato, o “anglosassòni”,
niente Inghilterra, e niente, alla fine, di fatto, Germania (il genera le non
amava Adenauer e non ne era amato) – “l’Europa dall’Atlantico agli Urali”. Un
gigante, 1,96, a cui l’Italia poteva opporre, allora come oggi, un brevilineo –
Fanfani era 1,63 (come oggi Meloni).
Ora,
Macron è alto solo 1,78. Ma aspira in alto. Si erge nemmeno lui sa a che cosa,
ma sempre molto in alto. Voleva mandare la Legione Straniera in Ucraina. E fin
qui sembrava avere ragione, per un corpo d’élite da decenni in naftalina, finite
le colonie – già peraltro attivo sottotraccia a Kiev e dintorni dal 27 febbraio
del 2022. Ma ci voleva di rincalzo i tedeschi e gli inglesi, Che hanno detto sì
per compiacerlo, traccheggiando, finché se l’è dimenticato. Voleva mettere le
sue atomiche in Polonia, la Polonia ha detto sì, ma aspetta la prossima
elezione (ce n’è sempre una, o del presidente, o del presidente del consiglio) –
perfino i Baltici fanno finta di nulla. Aveva pure messo dazi contro Trump, ma poi
gli hanno detto che li può mettere solo la von der Leyen – brutta sconfitta.
Ma è così che va l’Europa, al carro della Francia. Volubile – si diceva
delle belle donne, adesso è bestemmia. Nel 1952 bocciò la difesa europea – pensare
come sarebbe stata l’Europa oggi, altro che euro. Voleva l’Europa “continentale”,
la vuole ora a metà, fino a Polonia e Ucraina – sì, ma domani? Vuole governare
l’Europa con Berlino – a cui non gliene po’ frega’ de meno. E alla fine non le
resta che rompere i coglioni all’Italia, in Libia, a Ventimiglia, in Ucraina, perfino
a Tirana - magari anche, attraverso il
Grande Oriente, con i giudici italo-italofobi.
Ora, da Carlo VIII a Napoleone si capisce, i galli si davano un diritto
di saccheggio. Ma oggi? A parte che, che cosa resta da rubare in Italia?
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