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Gesù impaziente
“Credere rimane un
rimbalzo, la fede un salto”. Perché, alla fine, di questo si tratta: “Lo sforzo
per separare l’ispirazione dall’intolleranza, il buon Gesù dal cattivo Gesù”.
Curiosa rassegna di
alcuni testi sulla figura di Gesù – alcuni dei tanti: “libro dopo libro, quest’anno
dieci in un solo mese”. Libri “storici”, alla rierca del “vero” Gesù.
La rassegna naturalmente
non è esautiva – anche se lo è dal punto di vista: il Gesù storico “non esiste”,
non sta scritto da nessuna parte, solo nei Vangeli, che sono tardi, e greci. La
curiosità è che la figura del Cristo interessi tanto scrittori ebrei, anche se
non professi - in Italia Augias. Come un’attrazione all’interno di una
repulsione.
Il saggio di Gopnik
è curioso anche per alcune curiosità. Paul Verhoeven, il regista di “Basic Instincts”,
è – era - membro attivo di un Jesus Seminar, un gruppo di studio della figura storica
del Cristo, autore di un fresco “Jesus of Nazareth”. Bart Ehrmann è – era - uno
studioso e famoso autore di blockbuster, libri di consumo, come Ludlum,
come Dawking, sulla figura di Gesù, in serie.
Molti i
riferimenti dotti. A W.H.Auden. A Frank Kermode, “The Genesis of Secrecy”. A L.Michael
White, “Scripting Jesus: th Gospels in Rewrite”. La novità di tanti sudi? “Quello
che sembra nuovo di Gesù non è la pietà o il distacco divino ma l’umanità della
sua irritabilità e impazienza”.
Un vecchio saggio,
pubblicato dalla rivista nel numero del 17 maggio 2010, riproposto tra “gli
scritti di Adam Gopnik.
Adam Gopnik, What
did Jesus do?, “The New Yorker”,
free online
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