skip to main |
skip to sidebar
La tragedia (come sempre) dell’amore
All’uscita “velato”
dall’esotismo - dalla napoletanità nella sua interezza, le varie psicologie, i vari
accenti, le cerimonialità trasgressive - il racconto che Ozpetek filma è una tragedia. Una vera “tragedia greca”, quella che W. Allen famosamente inseguiva ma non al
suo modo. Una notte d’amore è tutta la vita, passata e futura. Una sorpresa e
un’ossessione.
Senza un motivo particolare, forse solo per il titolo, ma Napoli velata richiama Alcesti, la sposa amata di Admeto, che si sacrifica per tenere in vita lo sposo. Eroina che Eracle libererà, riportandola in vita dagli inferi come donna velata. La città che vive e sanguina per i suoi estrosi concittadini.
Özpetek vi fa convergere
un mondo rutilante, di affetti e delitti, passioni e debolezze, verità e
falsità. Sotto il filtro della vita ordinaria e ordinata, routiniera, “borghese”.
Ma il tragico lo attraversa a ogni scena.
Una tragedia “colorata”.
Non si canta, ma la ricetta è del melodramma, dramma d’amore. Con facce e suoni
che sono un marchio, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, la stessa protagonista
Mezzogiorno - agonista e vittima come in ogni tragedia classica.
Ferzan Özpetek, Napoli
velata, Sky Cinema
Nessun commento:
Posta un commento