sabato 30 novembre 2024
Cronache dell’altro mondo - migratorie (312)
In aggiunta alla crescita dell’astensionismo, le modificazioni elettorali americane sono spiegate con le variazioni demografiche degli ultimi cinquant’anni: per una migrazione interna di vaste proporzioni. Analoga a quella italiana dal Sud al Nord degli anni del boom, ma di segno inverso: dal Nord al Sud. L’effetto è che fra i 435 deputati della Camera dei rappresentanti, l’unico dei due rami del Congresso che riflette proporzionalmente l’elettorato, la rappresentanza degli Stati del Sud supera quella degli Stati del Nord.
Cronache dell’altro mondo - meridionalistiche (311)
Tra
il 2020 e il 2021 il pil Usa è aumentato del 48 per cento – il pil reale, al netto
dell’inflazione. Ma di più è aumentato al Sud. In Texas, Florida, Arizona,
Georgia, Tennesseee, North Carolina, South Carolina e Georgia è aumentato del 63
per cento, negli Stati del Nord del 27.
A questa inversione dei tassi storici di crescita
ha corrisposto un’inversione della Grande Migrazione storica, 1910-1970, dagli Stati
del Sud a quelli del Nord. Oggi le capitali del Sud, Austin, Atlanta,
Charlotte, Nashville, sono le mete preferite delle coppie giovani plurilaureate
pluireddito, per le occasioni di lavoro migliori - e per il clima.
La nuova migrazione, 2000-2023, ha coinvolto
16 milioni di persone. Con un saldo positivo per 25 stati, al Sud, e negativo per
26, al Nord. Il saldo è positivo per il 19 per cento della popolazione, uno si
cinque, in Arizona, il 18 per cento in Souh Carolina, il 15 in Florida, il 14
in North Carolina, l’11 in Tennessee, il 9 in Georgia e in Texas.
Il saldo
è negativo in particolare per lo stato di New York, meno 20,4 per cento, un residente
su cinque, e per la California, meno 9,7, uno su dieci. I due stati che hanno
dominato l’opinione e l’imagine nel dopoguerra. Elevato anche per Illinois,
meno 15,2, New Jersey, 11,8, Michigan 9, Massachusetts 8,6, Ohio 5,1,
Pennsylvania 3,1.
Se la pace viene col Giubileo
Una presentazione
e una celebrazione, di Roma – dei “lavori a Roma” - e del Giubileo. Da parte
del giornale forse più laico, se non anticlericale. Ma col papa gesuita tutto
si risolve: una celebrazione del “Giubileo di papa Francesco e del sindaco
Gualtieri” – che a Roma è molto criticato ma è il miglior fico Dem.
Una compilazione,
sotto la scorza agiografica, comprese “Le opere di Roma Capitale”, piena di
spunti. Molto è spiegato del giubileo in
senso proprio, come evento religioso, dai vaticanisti La Rocca e Scaramuzzi, e
da Angelo Scelzo, l’ex vice-direttore della sala stampa del Vaticano. Molte le
testimonianze personali, più significative quando di agnostici (Recalcati,
Niola, Fuksas, Manconi, Simona Marchini, il maestro Mariotti, Claudia Koll).
L’evento si annuncia anche beneaugurante, stando all’attualità: una qualche
forma di cessate il fuoco in Palestina e in Ucraina.
Ottavio Ragone-Conchita
Sannino-Francesca Giuliani, Roma 2025 – Il Giubileo, Urban la
Repubblica, pp. 168, ill. gratuito
venerdì 29 novembre 2024
Meloni al centro in Europa
“Migrazione
priorità dell’Europa”, spiega il neo presidente del Consiglio Europeo, il
governo politico europeo, il portoghese Antonio Costa, socialista: “Con Meloni
lavoreremo bene”. Meloni non ha votato Costa per la presidenza, ma Costa non se
ne fa un problema: “Meloni è stato il primo leader che ho visitato. Abbiamo parlato
molto bene, sono sicuro che lavoreremo molto bene insieme”.
Continua lo
sfondamento di Meloni in Europa. Sottovalutato dai media in Italia, ma
importante di fatto, e anche interessante. Per avere il suo appoggio von der Leyen,
giù pluriministro in Germana e esponente di primo piano della Dc tedesca, la
Cdu\Csu (i Popolari), ha rischiato la bocciatura al secondo mandato, al voto del
Parlamento.
Meloni è
diventata centrale per i Popolari, non da ora, soprattutto in Germania. In tutta
Europa ma in Germania di più: per provare a bloccare la valanga popolare verso
la destra estrema - e la sinistra-destra estrema, di Afd e di Sahra Wagenknecht
- contro l’immigrazione incontrollata.
Collegata
al tema immigrazione è ora infine una politica europea verso il Mediterraneo. Anche
questa una strada aperta da Meloni, col Piano Mattei. Dopo sessant’anni di resistenze,
la Commissione di Bruxelles si dota infine di una Direzione Mediterraneo – tra l’altro
confidata a un italiano, l’ambasciatore Sannino (con un commissario per il
Mediterraneo, incarico provvisoriamente affidato alla croata Šulka, del partito
Hdz, nazionalista, anche se non fa parte dei Conservatori europei, lo schieramento
di Meloni). Un’area dove il problema maggiore in questo momento è proprio l’immigrazione.
Da regolare con accordi con i Paesi africani e mediorientali che più alimentato
i flussi.
Ombre - 748
“Esiste un mercato, con le leggi del mercato.
Poi esiste una legge, che non ho scritto io, legge del golden power. Il governo
valuterà perché deve valutare, lo prevede la legge. Non ce lo siamo inventato noi”.
Giorgetti, ministro dell’Economia, sa che sull’affondo di Unicredit su Bpm il
governo non c’entra – dove sono gli interessi nazionali in gioco (“golden
power”)? Ma non può contraddire il suo
capo, che è Salvini. Logica leghista – il capo ha sempre ragione?
Dove un candidato filorusso, o anche solo
non antirusso, emerge, in Georgia, Romania, Moldavia, o si impedisce il voto (ai
moldavi che lavorano in Russia), o si invalida – si tenta. La democrazia si vuole
totalitaria.
“Sorteggio Mondiali: rischio Turchia per gli
Azzurri”. La Turchia? Per gli Azzurri tutto è un rischio? Tanto patriottismo e tanto carbone
bagnato? Mai si è puntato tanto sullo sport, sulle vittorie, i numeri 1, gli
ori, i record. Significa che non abbiamo altro di cui lusingarci - è sempre l’ideologia dei “primati” nazionali, Ottocento, che ha presieduto all’unità, e da lì non ci siamo mossi? Ma sempre
col complesso di inferiorità, della “proletaria”.
Il nazionalismo è debole di costituzione? È
mangione, niente gli basta mai.
Tre e quattro
pagine, per tre e quattro giorni, sulla “maggioranza in fibrillazione”, per canone
Rai e sanità in Calabria. Senza mai dire la verità, su Salvini e la sua Lega.
Che voleva ridurre il canone Rai di tre o quattro euro, tre o quattro euro l’anno,
non l’ha ottenuto, e per vendetta ha affossato la . sanità in Calabria. Regione
che fino a tre ani fa governava. E non c’è da ridere.
La consigliera municipale Avs di Genova, femminista,
che ha denunciato di essere stata abusata a 12 anni, sbeffeggia in vario modo, ripetutamente.
in più forme, i messaggi politici di solidarietà ricevuti. Non dal suo partito,
però, non ne ha ricevuti: “Nessun messaggio di solidarietà dal centro-sinistra”.
Lì la conoscono meglio?
“Stucki” mercoledì, “Don Matteo” giovedì, Rai
2 e R ai 1, quindi la bibbia dell’Italia, mettono in scena due mariti a cui la
moglie adultera dà fastidio ma non poi tanto. È una forma di maschilismo. Ma
non in senso liberatorio, per lui oltre che per lei?
Ogni
partita dell’As Roma la passata stagione ha visto l’Olimpico esaurito (99
per cento il tasso di occupazione, dice il bilancio, “circa 63 mila tifosi”
ogni partita casalinga”). Altrove si sarebbero costruiti monumenti su questa
passione. A Roma no – la squadra naviga in zona retrocessione.
Un allenatore della Roma, Juric, è stato licenziato
perché non faceva giocare Hummels, “un campione del mondo”, e teneva Dybala di riserva.
Il successore, Ranieri, ha tenuto Dybala di riserva, e ha fatto giocare Hummels.
Risultato, sintetizza Luca Valdiserri, grande romanista: “Autogoal a Firenze,
errore sul goal di Lukaku a Napoli, rigore dopo 90 secondi ieri contro il
Tottenham. Il peggiore in campo, insomma”. Che altro deve fare, povero Hummels?
Dopo avere rifilato alla Juventus per 50 milioni
un calciatore che s’infortuna, Douglas Luiz, l’Aston Villa, club inglese, si dice
felice per il calciatore, che “ha scelto un grande club”, e non pensa proprio di
riprenderselo a gennaio – la cifra non è stata ancora pagata del rutto. Un tempo
gli italiani passavano per furbi. Ora solo per scemi?
Invece, poi si scopre che è un jeu de
dupes, un gioco delle tre carte. Tra Sawiris, l’ex patron di Infostrada-Wind,
ora dell’Aston Villa e altri interessi in Inghilterra, e John Elkann, della cui
finanziaria Exor Sawiris è consigliere. Aston Villa si è “fatto il bilancio”
con i 50 milioni della Juventus. Che per 22 milioni però figuravano cessioni di
due calciatori Juventus, Iling jr. e Barrenechea. Vendendo i quali il club di
Elkann ha potuto mettere in bilancio una plusvalenza di 20 milioni (poi Aston Villa
ha ricollocato i due, al Bologna e in Spagna, guadagnandoci qualche milione
vero). Che calcio!
Fitto vice-presidente, von der Leyen presidente,
politica mediterranea, direzione Mediterraneo:
Meloni incassa in poche ore una serie di
successi a Bruxelles. Dove invece i media la davano per paria. E sarà la “sindrome
Mottola”? Michele Mottola è un capo redattore del “Corriere della sera” rimasto
negli annali perché, dovendo il giornale parlare di “Lascia o raddoppia” ed essendo
la redazione restia, la rassicurò: “Che problema c’è? Se non ne parliamo noi nessuno
saprà di Mike Bongiorno”.
Curioso che il raddoppio
dei fondi pubblici per i partiti sia stato proposto dal Pd, che è in minoranza.
Ma sapeva di fare mossa gradita. Poi hanno sbagliato a formulare la proposta - emendamento
invece di una legge….
Non curioso invece
che Mattarella, che è sempre Pd, abbia bocciato l’“emendamento”. Emendare da
che cosa? Dalla legislazione come capita.
L’infelicità della felicità
Un saggio delle
lettere che la poetessa, morta suicida nel 1938, a 26 anni, un anno dopo avere
cominciato a lavorare, supplente di lettere in un istituto tecnico, scriveva
con continuità ai familiari. E con appplicazione. Soprattutto alla nonna a
Pavia. Dopo ogni sia pur minimo spostamento: a Pasturo, in montagna, nella casa
di vacanza di famiglia, e poi a Campiglio, oppure a Napoli e Sorrento per
Pasqua, inseme col padre, al mare ad Abbazia, Portofino e altrove, e poi, dopo i
vent’anni, in Inghilterra per l’inglese, accompagnata dai genitori, in
Germania, per il tedesco (nella Berlino imperiale di Hitler, qui però del tutto
assente: mai un accenno di politica), e a Breil, Vatournanche e Champoluc per
praticare l’alpinismo.
Un piccolo documento
di valore biografico. Testimonianza di una vita serena. Perfino nell’ultima lettera
(qui ricostruita, l’originale il padre lo distrusse, per evitare che la madre
se ne crucciasse). Una vita piena, di vacanze, viaggi, affetti, zie, domestici,
di una giovane piena di meraviglia per la vita e di interessi.
Una nota al testo
sarebbe stata opportuna. Anche sul titolo, che non trova nessun riscontro nella
scelta. Le lettere sono anche indirizzate a familiari donne, e tutte allegre e
fiduciose. Il fatto che abbiano tutte conservato queste lettere, di una figlia e nipote ragazzina, è il più commovente,
L’unico uomo,
oltre il babbo, nominato è l’amatissimo professore di latino e greco al ginnasio,
Antonio Maria Cervi, che le fa una corte discreta, benché lei sia ancora quindicenne,
facendosi trovare a Napoli o Sorrento, per guidarla a Pompei e altrove, per poi
lasciarla, alla prima liceo, avendo chiesto il trasferimento a Roma (la storia
con “Antonello”, poi “Nello”, non finisce qui, e forse ci sarà addirittura un
figlio mai nato nel mezzo).
Antonia Pozzi,
È terribile essere una donna, Garzanti, pp. 95 € 5,90
giovedì 28 novembre 2024
A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (577)
Giuseppe Leuzzi
La Sardegna può dunque
dirsi “l’isola senza figli”: ha con la Corea del Sud il record del numero più
basso di bambini per donna in età fertile. Ma tutto il Sud non se la passa
bene: alla Sardegna fanno seguito, in questa classifica negativa, la Basilicata,
il Molise, l’Abruzzo.
Si
fanno figli dove si è più ricchi, non più dove si è più poveri – l’eugenetica
deve aggiornarsi. Il tasso di prolificità più alto in Italia è in Trentino-Alto
Adige. La Campania e la Sicilia, che ancora venti anni fa si contendevano il
primato, ora sono indietro.
Mirko Pellegrini, l’imprenditore beniamino del Pd romano
per gli appalti del Campidoglio, su cui ora la Procura di Roma non ha potuto non aprire
un’inchiesta, non era coinvolto in uno o due processi per mafia in Calabria? Sì. E aveva, ciò malgrado,
le necessarie certificazioni antimafia? Su questo non si indaga, ma è chiaro che sì. L’antimafia è mafiosa, un po’.
A Palermo un’impresa scarica
per anni tonnellate di rifiuti “speciali”. Senza la mafia, solo imprenditori insospettabili.
A Catania si scopre un traffico forse miliardario, comunque mondiale, di
immagni e suoni fuori diritti. Senza mafia. Siamo caduti in basso?
Peggio a Catania.
Un’organizzazione mondiale di pirateria tv è stata scoeprta, che fatturava
centinaia di milioni - con danno per le piattaforme più seguite, Sky, Dazn,
Netfix, Disney
+,
Mediaset, Paramonut e Amazon Prie, “quantificato in circa dieci miliardi di
euro l’anno”. Salute! Ma: senza mafia? Nonc’è più religione.
Leggendo in parallelo le
cronache di Roma e quelle della Calabria si trovano più inchieste, arresti e condanne
per associazione criminale nella capitale che nella regione mafiosa (le
cronache calabresi hanno molte più pagine di criminalità, ma sono aggiornamenti
di processi, liste di condannati e assolti, con relativi avvocati, e poi di
assolti e condannati, di processi più che di nuove denunce). È normale, Roma ha
una popolazione una volta e mezzo la Calabria, e molti immigrati incontrollabili,
ora anche bengalesi e cinesi, un tempo rumeni e albanesi. Ma, è questa la
sorpresa, a Roma le bande sgominate non “fanno testo”: si scorrono i titoli,
senza fastidio – la città è altra.
Un’operazione “Levante”, della
Guardia di Finanza e della Procura di Catanzaro, porta alla luce un
traffico di immigrati molto proficuo. Dal Medio Oriente: Iraq, Iran,
Siria, Libano, Afghanistan, in fuga da regimi infausti e da guerre, al costo di
7-10 mila euro per passaggio via mare sulle coste calabresi, più un altro migliaio
per attraversare l’Italia e “passare” la frontiera a Ventimiglia o al Brennero.
Un’organizzazione di due minimarket e un negozio di telefonia - col “money transfer”
per eludere la tracciabilità. Una non notizia, nessun giornale ne ha parlato, giusto
l’Ansa. Ma curiosa: l’organizzazione non era collegata alla mafia, alla ‘ndrangheta.
La mafia non controlla più il territorio – i Carabinieri ci hanno rinunciato?
Il vento del Sud
“Maxi-parco
eolico marino: 1,5 miliardi sulla Calabria”. S’intende a favore della Calabria,
il “catenaccio” segue trionfante: “Previsti 1.500 posti ed elettricità per 600 mila
famiglie”. Un bengodi: posti e famiglie, che di più? Per un progetto offshore, nel mare di Corigliano, Alto Jonio
cosentino. Per 120 Megawatt di “solare galleggiante”, su piattaforme semisommergibili
composte da triangoli equilateri componibili, 16m. x 16m. x 16m.. E 420
megawatt di eolico, con 28 turbine galleggianti. È il progetto di una società di
gestione del risparmio, che punta ai guadagni miracolosi delle “fonti
rinnovabili” di elettricità, pagate dallo Stato, cioè dal fisco, cioè da noi.
Attraverso gli “oneri di sistema”, un prelievo forzoso di alcune centinaia di
euro l’anno su tutte le abitazioni, 35 milioni
– roba miliardaria.
Non è il solo progetto. Un altro, denominato rispettabilmente Enotria, della spagnola Acciona, vuole pale eoliche davanti a Squillace e Stilo, siti storici e archeologici di rilievo. È già al vaglio del ministero dell’Ambiente (con 246 allegati…) per la Valutazione d’Impatto Ambientale. Per 37 aerogeneratori, cioè pale eoliche, ognuna alta 355 metri – più di tutti i grattacieli di Milano, più anche di quelli di Manhattan. Collegati da cavidotti, che faranno capo a stazioni di connessione e trasformazione a terra, a Cropani, Botricello, Cutro, Scandale – una lunga fetta della costa. Stazioni automatiche.
Sembra di sognare, i progetti si succedono. Un terzo progetto si dà già
per approvato, per 23 pale eoliche, alte ognuna 206 metri, nelle alture tra il Pollino e la Sila
Greca, in territorio di Acri, San Demetrio Corone, Terranova da Sibari, e nel Comune sparso (36 frazioni)
dei Casali del Manco, la “Toscana del Sud”, tra Cosenza e la Sila. Tutte località di pregio
naturalistico. Si deve essere sparsa la voce che in Calabria si può? Anzi che il governo
regionale non solo facilita ma anche finanzia, nella sua micragna, questi mostri d’acciaio da 200 e
rotti metri. Che altrove non vogliono. Ne sono già stati installati, sparsi sui dossi, 624, O anche:
come Acciona, da Madrid, sia finita al Golfo di Squillace sarebbe una storia interessante. Non avrà
qualche manager, consulente o partner calabrese che ha curato la pratica? Perché la mentalità è sempre
quella, disruptive. Non intesa a capitalizzare (accrescere, accumulare sul già cumulato), ma a
distruggere. Per innovare certo, non è questa la civiltà, il futuro? Il ritardo del Sud è economico
(deficit di capitali, di investimenti, di infrastrutture), ma anche culturale: la povertà è, senza
offesa, anche stupidità – specie se si abbonda in risorse. Succede con le pale come per il Ponte,
che distrugge un altro pezzo di Calabria, per niente.
Ma, poi, c’è poco da almanaccare. Le pale sono l’ultimo Grande Progetto
di “sviluppo del Sud”, dopo le raffinerie appestanti, i petrolchimici velenosi, e le acciaierie
a bordo mare, a Posillipo e aTaranto. Perché le pale eoliche si impiantano solo al Sud.
Non ci sono solo i progetti per la Calabria, due parchi eolici marini
sono già in costruzione in Sicilia (mare di Marsala) e in Sardegna (un megaparco, da 42 turbine o aerogeneratori,
fuori costa sud occidentale, a 35 km). Sommando i numeri 2022 dell’Associazione Nazionale
Energia del Vento (Anev) si vede che gli impianti sono per oltre il 90 per cento al Sud.
In Puglia più che in Calabria – ma la Calabria compensa il minor numero di pale con la maggiore potenza
(più alte e più grosse).
Questo l’elenco: Puglia 1.615 pale eoliche, Sicilia 1.574, Campania 1.196,
Sardegna 753, Basilicata 713, Calabria 624, Molise 321, Abruzzo 250. Nel resto d’Italia mance: Toscana
88, Liguria 56, Emilia Romagna 36, Lazio 30, Piemonte 9. Il resto delle regioni, Lombardia,
Veneto etc. (“altre) ne ospitano 21 in totale.
Il vento soffia solo al Sud.
Antonio, santo del Sud
Sa
di beffa leghista (antileghista?) la diffusione del nome Antonio al Sud, e specie
in Calabria – Antonio da Padova. Un secondo nome, devozionale, in congiunzione
col primo, quello che si è destinato alla creatura. All’anagrafe prima che in parrocchia,
determinando quella crasi che poi rovinerà tutta la vita – il parroco si
presume meglio alfabetizzato del vecchio “ufficiale dello stato civile”, e comunque
in grado di distinguere i santi. Più diffuso perfino del nome secondo none Maria
– Francesco Maria, Giuseppe Maria, etc. Che avrebbe il merito di rendere impossibile la
crasi, salvando molte vite.
Una
devozione da paura del parto? Un voto beneaugurante per il nascituro, che sia
sano e bello se non santo? Un “segno” per i figli Gemelli – il santo si celebra
il 13 giugno?
Rovinare
la vita è esagerato, ma insomma è un niente che crea problemi, quotidiani: alla
firma degli innumerevoli fogli in banca o alla posta. Specie ora, con la firma
digitale, la futurista aeroscrittura, senza poter poggiare il dorso della mano.
E con la quotidiana declinazione del nome di battesimo alle varie polizie, e ai
numeri verdi che ostinati marcano la solitudine – “tutto attaccato, senza la e
(la a, la i, la o)”: Giuseppantonio, Francescantonio, Pietrantonio, Giannantonio,
Domenicantonio, Mariantonia…
Il Sud è un po’ Nord
Il Sud
è ben europeo. Sia perché l’Europa è ben Grecia, e Mediterraneo. Ma anche per
essere stato e in vario modo essere ben collegato e presente in tante correnti intellettuali
europee moderne e contemporanee. Specie nell’Illuminismo, e nell’Idealismo-cum-materialismo - nella “filosofia tedesca” su
e attorno a Hegel. La squalifica del Sud, si sa, è opera recente, della politica
antiborbonica prima (inglese e francese) e poi delle politiche economiche (in
senso accademico: politiche pubbliche, di investimenti pubblici) e commerciali
successive all’unità d’Italia – poi il “ritardo” si è introiettato e ora è
difficile riprendere il filo. Da ultimo col business dell’antimafia: tra Carabinieri e giudici il Sud non sa come rivoltarsi.
Si
ricorda in questi giorni e si celebra Giuseppe Galasso, lo storico che al
passato del Sud ha dedicato gran parte delle sue ricerche, in occasione del
completamento della sua vasta Bibliografia. Nella quale il posto d’onore occupa
l’opera sua di maggior mole, anche se non di maggiore innovazione – non è una
ricerca di archivio, è una narrazione, di recupero e trattamento delle
fonti. Un’opera del 1996, già a questione
meridionale ampiamente riaperta, sotto i colpi dell’antimafia. L’opera, in tre
volumi, ha più punti d’interesse. Ma uno è specifico: il Sud non è la
periferia, culturale, economica, politica, dell’Europa, o una barriada, una favela, o un deserto. Al contrario ne è stato il nucleo fondatore, vivificante,
e ne resta un carattere identitario, peraltro non del tutto inerte o retrogrado.
Galasso spiega e tratta il
peso del pensiero geco, ovviamente, che per tanta parte si sviluppò nella Magna
Grecia. E l’antropologia del contadino, nel vincolo e rispetto della terra, persistente
al Sud ancora nel Novecento. Altro avrebbe potuto aggiungere: il paesaggio (l’orto,
il giardino), la famiglia, il “cucinato”. Il garbo. E il linguaggio
polisemantico.
leuzzi@antiit.eu
La scoperta di Modugno
È curioso scoprire Modugno con un documentario celebrativo, per i trenta
anni dalla morte. Non per le canzoni ovviamente, ma per quello che è stato.
Senatore radicale, molto impegnato sul territorio, specie sulla “liberazione”
dai manicomi, protagonista di formidabili tournées, in America e
altrove, col bastone o più spesso in carrozzella, dopo l’ictus che lo aveva
lasciato semiparalizzato. Diventato “siciliano” per caso, perché la Rai,
ospitando Frank Sinatra, voleva omaggiarlo con un motivo in siciliano cantato
da un ragazzo. E poi siciliano puro e duro – fino a morire d’infarto, per la
stizza che qualcuno aveva rilasciato in mare le caretta-caretta di cui aveva
voluto e pagato il salvataggio, senza aspettarlo, senza la sua presenza – tutto
molto siciliano in effetti, il dispetto e la rabbia. E che ha fatto tutto
quello che ha fatto, compreso il colpo apoplettico e la riabilitazione lenta,
in soli 66 anni.
L’esistenza tumultuosa di di un cantautore - in fondo è un cantautore - di
successo. Ma una sorpresa la vita e una sorpresa, tutto sommato, ancora oggi,
le sue canzoni. I suoi tanti temi. La sensibilità poetica, con le parole, oltre
che musicale, con le note.
Sorpresa anche il giorno dopo: il film su Modugno non è stato visto nemmeno da
due milioni di persone, un terzo del solito pubblico di Rai 1. I docufilm non
sono molto interessanti: parlano parenti, amici, collaboratori e critici,
spesso in età, intervallati da immagini e filmati di repertorio, raramente
sconosciuti. Ma l’occasione era anche buona per riascoltare le canzoni,
riproposte fra le migliori performances, oltre che per “scoprire”
il personaggio dietro il nome. Si è persa la memoria?
Maite Carpio, Domenico Modugno, l’italiano che incantò il mondo, Rai
1, Raiplay