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lunedì 4 ottobre 2010

Il mondo com'è - 47

astolfo

Comunismo - Yakovlev, è accertato, il collaboratore di Gorbaciov , era una spia della Cia. Ma una serie di variazioni ha aperto: perché non era Andropov, capo del Kgb e dell’Urss, l’uomo della Cia? O già Dzerzinski, il fondatore dei servizi segreti sovietici, infiltrato polacco – all’epoca la Cia non esisteva. Se non è stato Gorbaciov il vero Reagan, il ruolo grande che il mediocre attore Usa non riusciva a impersonare. Essere comunisti, e pensare che il comunismo l’ha abbattuto la Cia…

Democrazia – Quella moderna è “Cenerentola” (“nacqui all’affanno…”) o, all’americana, delle equal opportunities, che non vuole dire niente, cioè della legge. O è quella della parcellizzazione, della pari dignità nella “funzione”. Entrambe si conciliano col totalitarismo, di destra e di sinistra. Il totalitarismo infatti, prima che un’organizzazione (forma) politica, è un’organizzazione sociale.
La democrazia antica d’altra parte, greca o dei belli-e-buoni, ha bisogno della schiavitù dei molti. Il problema è: come fare della democrazia un ideale non aristocratico – sì, di massa – e una forma politica democratica.

Presuppone l’abbondanza. Di che dividere cioè: i beni ammortizzano l’aggressività. La democrazia senza beni è belluina – stranamente, non ci sono angeli, stati angelici.

Destra e sinistra – Se vale la distinzione di Jean Paulhan (che Paulhan attribuisce a Julien Benda), di una destra attenta al reale, agli uomini, e di una sinistra dei progetti, allora in senso marxiano è più di sinistra la destra.
Resta la distinzione che Céline – il Céline del 1933 – faceva: con la destra si può parlare. Uno di destra vedrà il film, leggerà il libro, comprerà il giornale di sinistra, uno di sinistra non è interessato alla destra. A meno che non sia stata operata, cioè promossa, una “conversione” dell’epifenomeno di destra. Es.: Togliatti che “converte” Malaparte, cui Calvino, Moravia eccetera avevano impedito di pubblicare sui giornali del Pci.

Ecologia – È possibile solo nella ricchezza. È infatti molto costosa, sia la protezione dell’ambiente che la produzione “naturale”. In regime di ristrettezze non si può fare a meno delle produzioni di massa: più grandi le ristrettezze, più massiccio il ricorso al prodotto standard, e anzi un prodotto unico sarebbe preferibile. Niente più pane di farro, integrale, bianco, al lievito di birra, ferrarese, napoletano, di Terni, di Vinca, di grano, ma un’unica pagnotta per tutti.
L’ecologia è come la democrazia: sono possibili nell’abbondanza. Il prodotto unico e standardizzato dell’austerità va di pari passo con la concentrazione del potere. O altrimenti sono soluzioni snobistiche, le brioches di Maria Antonietta. Impossibili dopo la civiltà di massa: non è più possibile tornare indietro, costringere i più alla sussistenza. A meno di un totalitarismo feroce. La purezza ecologica (e il controllo delle nascite, e l’eugenetica) è questa, c’è un’insidia nelle anime belle.

Elezioni – Sono il momento chiave della democrazia. Anzi l’unico suo momento. Ma anche il peggiore: concentrano manovre, riconversioni, formule incomprensibili, e anche pratiche disoneste. Bisogna dire che la democrazia sopravvive alle elezioni? Sono il termometro della sua robustezza: credere malgrado tutto.

Europa– Ha ancora l’assetto delle guerre napoleoniche. Con la Gran Bretagma alla finestra, dietro il “blocco continentale”, l'ex impero, la relazione speciale con gli Usa. E con dentro la Germania, che ha tentato di fare la Gran Bretagna ma è tornata provinciale, goffa, terra di nessuno.

Famiglia – Diventa sempre più importante per l’uomo, il maschio, che fino a qualche anno fa se ne teneva fuori: la casa, i figli, il fine settimana, gli hobbies. È il suo primo rifugio, contro lo stress e la depressione. È invece sempre più in odio alle donne.

È all’origine del maggior numero di ferimenti, assassinii, violenze in genere sulla persona. Più della mafia, meno forse solo dell’automobile, e più turpi. S può dire il luogo dell’odio. L’amore genera odio? O il vezzo di una cultura che fa troppo affidamento sulla tradizione, per lo più presunta?

Fascismo - È – è stato – più radicale e cattivo venendo dalla delusione di un certo socialismo. Il conservatore passa al fascismo con condiscendenza – per interesse o quieto vivere – e sempre esercitando la critica, se non altro nella forma del disprezzo di classe. L’anarcoide o l’utopista ne diventano invece i cani rabbiosi – il caso Céline.

Giudici – Due fatti sono incontestati. È dubbio che Andreotti abbia ucciso o fatto uccidere qualcuno, anzi certamente non lo ha fatto. È dubbio che i socialisti fossero i corrotti della Repubblica, anzi non lo erano: reagivano a uno stato di corruzione, di cui erano parte i giudici. Mentre è certo che Borrelli & Co. hanno “ucciso” centinaia di persone, anzi migliaia, con premeditazione, con ostinazione, attraverso le indiscrezioni pilotate, gli arresti preventivi, la circuizione maccarthysta (“dammi un nome, per continuare il gioco al massacro, e ti libero”).
Tutti questi giudici talvolta sono fascisti, per esempio Cordova, ma sempre si richiamano a sinistra, con varie etichette. A eredi di Berlinguer, che ha dato ai giudici, i qual per tradizione e status si ritengono e sono intoccabili,la patente di democratici a priori, e il pilastro indistruttibile del moralismo farisaico, la self-righteousness.

Imperialismo – Locke, “Considerazioni sulle conseguenze della riduzione dell'interesse …”: “In un paese sfornito di miniere vi sono soltanto due modi d’arricchirsi, o la conquista o il commercio”. Ma una sola è conveniente, nel senso che arricchisce tutti, e non questo o quello. La ricchezza è un saldo attivo fra benefici e costi, e il saldo della conquista non è mai positivo. Può esserlo se si riduce a fatto istantaneo: la razzia, il bottino. Oppure per qualche soggetto. E ancora: quanto è costata all’economia la guerra? Ma subito il consolidamento, l’oppressione, la repressone richiede apparati numerosi a costi elevati.
L’impero romano fa l’unica eccezione. Ma la differenza non la fa – la paga – anche qui la schiavitù?

Libertà - È giù di tono. Non si propaga, quando tutto è ammesso. La tolleranza è come lo scetticismo: non avendo pietra d’inciampo, gira in tondo. Senza sfida tutto è inerte – e questo potrebbe essere Hegel. Ma le città sono inerti, con le isole pedonali e le zone chiuse, con tendenza al depresso. Come Praga o Cracovia sotto la stella rossa, con meno ordine e più affanno.

Massoneria - È il modo di essere occidentale, per conventicole. Superato il vincolo tribale e di clan, l’Occidente si protegge con il gruppo. Che è sempre di potere, per quanto si camuffi di spiritualità – e ultimamente della novità concettuale della resistenza (a Berlusconi?). Ciò si evidenzia per tre tipi di circostanze:
1)Il potere si organizza sempre per camarille, cordate, gruppi, più o meno chiusi e segreti, iniziatici.
2)Anche la libertà (l’innovazione) si protegge attraverso la simulazione e il segreto.
3)Perfino il sacro è, nell’Occidente, iniziatico.

Occidente – Cos’è? Quello che sta a Ovest di Salamina, o è Maratona?, dove i greci sconfissero i persiani, e quindi ha evitato di diventare orientale, contento. Ma poi – breve storia – vennero i macedoni, il padre Filippo e il figlio Alessandro Magno, e lo lasciarono ellenistico. Greculo, piccolo Occidente. Ha inventato gli attributi cinico, stoico, scettico ed epicureo, e con essi sopravvive, scontento.

Prete – È Ponzio Pilato, non Cristo. Ne ha la funzione e la mentalità.

astolfo@antiit.eu

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