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sabato 8 settembre 2018

Secondi pensieri - 359

zeulig


Benjamin – Mario Tronti, “Il nano e il manichino”, lo propone come un marcionita moderno. Intendendo Marcione come colui che “inventò” la gnosi. Mentre non la inventò. Ma negò il Vecchio Testamento, e questo sicuramente non è Benjamin, in nessuna forma, né innata, di linguaggio, mentalità, vocabolario mentale, eccetera, né di programma.

Bovary - “Madame Bovary sono io” di Flaubert indica la debolezza – del genere femminile? È probabile in Flaubert. L’aspetto di sé solitario, scontento, irresoluto. Ma partecipato: compatito, cioè assolto, se non rivendicato. L’essere si conforma col non-essere, di fatto e anche nell’intenzione. La personalità è sempre ambigua. Tra i generi, come usava dire-pensare un tempo, ma anche come forma (eseercizio) e mezzo di sopravvivenza. In potenza e in atto. 

Dio – È il corpo. L’anima nel corpo, un miracolo vivente.
Dio è nuovamente in catalogo, dopo essere stato espulso per un paio di decenni. Da Dawkins a Odifreddi e Augias. Ora vanno filosofi e complottisti che ci girano attorno, da Dan Brown a Vito Mancuso, “Io e Dio”, e Sergio Givone, “Quant’è vero Dio”. Si spiega come fenomeno editoriale, il gioco di la bascula tra una cosa e il suo opposto, una volta si vende una verità, la volta dopo se ne vende l’opposto. Non criticabile: i libri sono un cibo, non bisogna eccedere neanche con quelli graditi. Ma forse c’è di più, l’inconsistenza è totale, non ci sono pilastri alternativi e neppure pertiche, la modernizzazione non ne fornisce. La freccia del progresso, sia esso invece che tortuoso o stagnante, ha radici, viene d a un fondo. “Il sacro è andato perduto con il senso del miracolo”, dice Givone, del corpo, del miracolo del corpo.
Che c’entra Dio con il corpo? Il miracolo è il corpo, finché la genetica non l’avrà dissolto, magari in un’industria di pezzi di ricambio.

Fanciullezza – Termine desueto, di un mondo che non c’è più? Perduto nella “cura”genitoriale e sociale (assistenza sociale, tribunali dei minori). Quella che S. de Beauvoir dice in un passo di “Per una morale dell’ambiguità”, “l’affermazione vivente della trascendenza umana”. Nel fanciullo identificando “uno sguardo in agguato, una mano avida che si protende verso il mondo, speranza, progetto”.
Il fanciullo è viziato e iperprotetto, senza dialogo, o allora come con un pet, e sommerso dalle cose, che sarebbero i segni dell’affetto. Non più libero, non improvvisatore, malandrino, furbo, inventivo.
S.de Beauvoir aveva il pensiero della fanciullezza libera e liberatoria in Algeria negli anni 1950, benché sommersa dai coloni. Nella “rassegnazione sordida” del sistema coloniale trovando bambini “che giocavano e sorridevano”, ci vede “un avvenire d’uomo”: “Il loro sorriso denunciava la menzogna degli oppressori” – “tutti i regimi d’oppressione si rafforzano con l’avvilimento degli oppressi” -: “Era invocazione e promessa, proiettava di fronte al fanciullo un avvenire; un avvenire d’uomo”.

Quaderni neri – Una lettera di Taubes a Arwin Mohler meglio di tutto inquadra i “Quaderni neri” – lo scandalo pretestuoso che oggi se ne fa, bella scoperta: “«Ex captivitate salus»”, il dialogo postbellico – non risarcitorio: niente scuse – tra Schmitt e Heidegger sulle rispettive colpe, è “un resoconto sconvolgente di come i due abbiano accolto con soddisfazione la «rivoluzione» nazionalsocialista, che addirittura vi abbiano «preso parte»” – abbiano potuto, con tutta la loro sapienza, di pensatori profondi e uomini adulti. E ancora: “Se solo M.H., una volta che il discorso da rettore del 1933 è rimasto davanti agli occhi di tutti, oltre a qualche altra cosa (….),  avesse avuto il coraggio di giudicare se stesso allo stesso modo, avrebbe indicato alla gioventù tedesca in cerca di orientamento una via migliore del Feldweg, il sentiero di campagna”, la ritirata.

Resurrezione - La resurrezione della carne è venuta prima, tra gli stessi padri del cristianesimo, dell’immortalità dell’anima, tardo recupero platonico. È l’Eterno Ritorno. Che è detto mito e non lo è: è il corpo che non vuole morire. Proprio il corpo, rimasto alla meccanica e destinato per questo a morire, per usura o disfunzione. Il corpo informe anche quando è bello, “gettato lì” direbbe Heidegger, alla rinfusa, interiora, vene, pelle, le stesse ossa e i muscoli che poi si organizzano e lo tengono in piedi, ha volontà coriacea. Sempre in Russia, prima della rivoluzione ma in ambito già materialista, il filosofo F.N. Fëdorov ne progettò la ricostituzione, in quello che Majakovskij chiamerà l’Istituto delle resurrezioni.

Rinascita – L’uomo è sempre, direbbe Heidegger, “infinitamente più di ciò che sarebbe se lo si riducesse a ciò che è”.

Storia – È fede? È l’esito cui convenne l’epurando Carl Schmitt di “Ex capti vitate salus”, la salvezza dalla cattività – dopo aver fatto ammenda sulla dialettica Amico\Nemico: “Il nemioco èla figura del nostro stesso problema”. Sostiene poi Schmitt, in contesa-intesa con JakobTaubes sul concetto nuovo del tempo e della storia che si apre con il cristianesimo in quanto escatologia: “Il regno cristiano è ciò che arresta (kat-echon) l’Anticristo”. Si cambia il mondo con giudizio: “Per un cristiano delle origini la storia è il kat-echon, la fede in qualcosa che arresti la fine del mondo”. Spiegava Taubes: “Solo attraverso l’esperienza della fine della storia la storia è diventata una «strada a senso unico», quale si rappresenta la storia occidentale”. Non un buon esito?
“In divergente accordo” col decisionista Schmitt, Taubes apprezzava il giurista perché “apocalittico antiapocalittico”. Individuandone con semplicità, sotto le interminabili discussioni, il punto debole della tesi basica Amico\Nemico: “Se non si ammette che tra gli uomini la guerra poi porta alla pace, essa diventerà sempre più violenta, brutale, sfrenata”. La storia è subito finita.
La seconda guerra mondiale dopo la prima ne era stata un tentativo.

zeulig@antiit.eu

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