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lunedì 31 agosto 2015

Secondi pensieri - 229

zeulig

Dio – Per i più è un dato dell’esperienza, non una creazione o un bisogno dello spirito. Un’origine oggi difficile da certificare, poiché esistono le chiese, ma non si può individuare altra origine del fatto religioso. Nasce da un’insufficienza, e dalla sua stessa cieca violenza – da una disponibilità indisponibile.

Eroismo – La sfida all’incerto si moltiplica e anzi si generalizza nel mondo dei diritti – è un abito mentale. Nel mondo della sicurezza garantita: mare senza onde, senza scogli, con venti calibrati, montagna senza burroni, fiumi piene, senza gorghi, guerre senza morti - “intelligenti”. È un bene di consumo, e magari se ne farà il regolamento, a Bruxelles o all’Aja.

Filosofia – Si fa dappertutto e sempre, forse anche nel sonno, non c’è luogo e tempo deputato. È la pratica più intima, e tuttavia non svergognata, anzi, più si espone e meglio è. Si fa per lampi e per ragionamenti. Si sintetizza al massimo e si estende interminabile. È anche la pratica più democratica, senza costo e alla portata di ognuno – filosofa lo scemo del villaggio. Se ne fa professione, ma allora senza strumenti (cognizioni, tecniche, tattiche) specifici, come può essere dell’idraulico o del medico.

Fossili - Molti minerali sono l’esito della decomposizione di organismi viventi, vegetali, animali. La natura si nutre di se stessa. Il 10 maggio 1945, subito dopo la capitolazione ma non importa, Jünger poteva così riflettere nel suo diario davanti a un fossile: “Un giorno sapremo che ci siamo già conosciuti”.

Alcuni fossili sono essenziali poi alla sopravvivenza. Il petrolio è il più diffuso tra questi, dopo un processo di milioni di anni, concentrato di tempo e di spazio, poiché assicura la visione notturna (elettricità) e la mobilità.

Ideale – È scomparso. È scomparsa la parola, in tutti i suoi significati: il proprio dell’idea, secondo la Treccani, il prodotto della fantasia, il modello dell’azione e della conoscenza, il modello, la continuità, l’interiorità, in contrapposizione a ciò che è particolare, esterno, contingente, quanto esiste solo nello spirito, in particolare il bello e il perfetto, oggetto delle più alte aspirazioni, il fine lodevole. .

Miracoli – Da tre anni c’è un settimanale che fa i miracoli – ultimamente le apparizioni della Madonna. Non li fa propriamente, li coltiva, li registra nei casi non infrequenti, ma è come se. Creando le figure dei miracolati, futuri intercessori, invitando a crearle con le testimonianze, conformando le testimonianze stesse. Da un certo punto di vista, profano e forse anche sacro, è come e la rivista facesse i miracoli: genera e alimenta la fede nei miracoli stessi, che è l’essenza del miracolo.

Osceno – Le radio e le tv, anche la Rai, ne sono piene, perfino il Parlamento, i grillini sono emersi col “vaffa”, ma non si scrive – le parti basse e i verbi correlati si indicano con la iniziale, seguita da puntini. Per uno snobismo – se non ne parlano i giornali il fatto non esiste? Per perbenismo? In realtà l’osceno non c’è più dacché c’è la rete, dove prolifera in immagini e in parole, fino all’indistinzione. Si  sostanzia della proibizione, nella licenza si dissolve.

Profezia – Una presa di distanza, non “una questione di predire il futuro”, la dice Flannery O’Connor in una delle profetiche lettere. O’Connor è narratrice, ma di più pedagogista della narrazione: “La profezia, che dipende dall’immaginazione e non dalla facoltà morale, non è questione di predire il futuro. Il profeta è un realista di distanze, ed è questo tipo di realismo che appare nei grandi romanzi. È il realismo che non esita a distorcere le apparenze per mostrare una verità nascosta”.

Scienza – È fonte di verità, non la verità. Impazza la controversia sui buchi neri, una certezza sempre meno certa. Non è il solo caso. Si sa anche che l’enfasi sull’acceleratore di particelle di Ginevra si dovrà sgonfiare – si alimenta per tenere su un investimento miliardario.

Sintomo – È vecchia la cognizione  - dei primi tempi della medicina – che se si scorrono i sintomi di un evento, per esempio un infarto, sembrerà di averli o di averli avuti. Non tutti ma buona parte sì. Questo è l’esito del diverso grado di penetrazione della diagnostica, che per alcuni eventi è approfondita per altri meno. Ma è da collegare all’istinto di sopravvivenza, che molte guardie innalza, anche se non le più necessarie.

Verità – “Tutto ciò che inventiamo è vero” è verità flaubertiana, letteraria. Però, l’invenzione della verità sarebbe opera meritoria, com’è nata la parola, e anche il concetto. È il parametro della filosofia, e quindi: c’è poco da annegare l’uomo nell’indistinto del creato.

zeulig@antiit.eu

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