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venerdì 4 settembre 2015

L'Italia dei furbi

“L’Italia va avanti perché ci sono i fessi: i fessi lavorano, pagano, crepano”. I furbi se ne approfittano: “Non fanno nulla, spendono e se la godono”. Furia di gran successo semplicista, molto italiana.Non è il solo aforisma feroce – aforisma non come verità concentrata ma come battuta felice, che scalerà i secoli - di un nazionalista presto disincantato, alla vigilia del fascismo, da cui fuggirà in America. In questa operetta (qui arricchita da un saggio biografico), pubblicata nelle sue edizioni de La Voce nel 1921, è ancora tempo di sarcasmi, contro tutto ciò che è “italiano”: il compromesso, l’imbroglio, l’indulgenza, per primi verso se stessi. Sul principio che “i cittadini italiani si dividono in due categorie, i furbi e i fessi”.
Prezzolini manterrà fino alla fine una sorta di orgoglio protestante, che è il seme del disprezzo dell’Italia: quando tornò in Italia alla pensione, dopo una vita da professore negli Usa, scelse la Svizzera italiana. Molto “italiano” tutto questo, direbbe un Prezzolini contemporaneo - la pretesa di non essere riconosciuto sotto la mascheratura.Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana, Robin, pp.96 € 10

 

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