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venerdì 6 aprile 2018

Secondi pensieri - 341

zeulig

Aggiornamento – Desueto, anche nella formulazione-accezione ecclesiastica, mentre è il dato culturale dominante. Costante, quotidiano. Di oggetto in oggetto, di uso quotidiano, di tecnica in tecnica, e di aggiornamento dell’oggetto e della tecnica.
È anche una forma di analfabetismo di ritorno: l’aggiornamento quotidiano è una sorta di formula mefistofelica per sancire la debolezza (incapacità, stanchezza, rifiuto) del soggetto. Uno stress test continuo e non innocuo, come quello che la Nouy delle banche impone alle banche, che le stressa cioè prima di sottoporle a prova, per il fatto stesso della prova annunciata\minacciata.
È una forma di asservimento e non di liberazione. Il sé non si ricompone mai, sempre sotto tensione.  Il dominio delle cose non è innocuo, della tecnica.

Destra-sinistra – Terminologia vecchia, vecchissima,antidiluviana, anche se si teorizzava fino a qualche anno fa, da Schiavone dopo Bobbio. Il populismo sovverte tutto: cose di sinistra avocate dalla destra politica, temi (diritti) civili, frontiere (protezionismo, immigrazione, sovranismo), sicurezza, reddito. Mentre la sinistra è di destra classica: liberista, finanziaria – la destra direbbe, più giustamente, usuraia.

Dio   È “giustizia” – anche giustizia. Un’etimologia comune non è ardua.

Heidegger – Avrà visto giusto anche nelle “applicazioni pratiche” della sua riflessione. Dove più è risentito come sbagliato – a parte il nazismo. Nell’avvento della tecnica letto come dominio e anti-umanismo. Nell’impersonificazione americana di questo dominio.  Nello svuotamento del politico -  della politica. Opera di uno che si commuoveva per Hitler – “quando Mussolini va da Hitler in aereo fa la storia” disse nel 1934 (in “Logica e linguaggio”, il corso estivo del 1934, su “La logica come domanda sull’essenza del linguaggio”), perché il Führer era andato a trovare il Due a Venezia in aereo.

Liberale – È al fondo anarchico, come voleva Einaudi, e anche von Hajek, più che conservatore. Liberal  nell’accezione americana, e non conservatore come è stato in Italia nello spettro partitico-politico (eccettuata la fazione radicale), ed è in Giappone, Germania e in Gran Bretagna. Sui diritti civili, e anche sui diritti di proprietà. È il propellente dell’individualismo, moderato dalla socialità (minoranze, sfavoriti, bisognosi – gli aiuti allo sviluppo furono proposti e imposti nel 1983 al governo Colombo dai radicali). Non è una posizione o un preconcetto totalizzante: Il pensiero liberale diffida – diffiderebbe se ancora ce ne fosse uno – del liberismo economico: lo regolerebbe, poiché è potenzialmente è distruttivo. L’individualità si protegge.

Machiavelli – Lo scrittore Giono, che ne lesse anche le commedie, la corrispondenza, le “Storie fiorentine” e “L’arte della guerra”, lo vuole “matematico: “La generosità non esiste. Calcolo, punto e basta”. Dice cosa avviene, come avviene, non ne ricava una morale. Rivoltante? “Allora anche la matematica è rivoltante. A volte si vorrebbe che 2 e 2 facessero cinque o tre, ma 2 e 2 fanno 4”. Realistico: “Molto prima di Burke detesta l’astratto, e molto prima di lui ha un pensiero spoglio di ogni forma di retorica”. Come intuì Stendhal, “Machiavelli ci fa conoscere l’uomo”: “Molto prima di Tocqueville, sa che la democrazia porta naturalmente al despotismo. È più onesto di Hobbes: tiene conto delle passioni”. È “l’anti-ciarlatano”. Anche perché, aggiunge Giono ripetutamente,  “Spinoza ha torto: per la salute, l’odio è meglio dell’amore”.

Percezione – È la “realtà”, a tutti gli effetti pratici, nell’accezione moderna, di Cartesio, Locke. Di più oggi, ovviamente, nella realtà virtuale. Pur essendo soggettiva – personale e di gruppo (opinione pubblica). Negli eventi catastrofici o epocali e in quelli minimi, dalla sensazione del freddo, o del caldo, alla concezione del nemico. E nei fatti estetici, storici. È decisiva per l’opinione pubblica, e quindi per il voto, la democrazia, anche l’economia entro limiti

Scetticismo – “Una vittoria di Pirrone” enuncia a un certo punto lo scrittore Jean Giono nelle “Note su Machiavelli”. Lo scetticismo in effetti ne fa in continuo, è il suo metodo – un modo di riproduzione: è una filosofia facile..

Politicamente corretto – È il benpensantismo aggiornato, sempre borghese. Della neo borghesia “civile”, che si presume cioè non di censo ma intellettuale. Ma sempre autocertificandosi, ed escludendo.
Il successo elettorale del “vaffa”, di un italiano su due, e forse di sei su dieci, è una reazione in forma di anticorpo proprio al politicamente corretto più che a delle cose specifiche.

Rete – Il trionfo del’impersonale – del man, del si. Un mondo ridotto a “discorso”, e a un “discorso” senza soggetto – oppure sì, ma allora grande e indistinto, il Grande Fratello. Più forte e resistente perché è - anche – un veicolo di esplorazione e avventura: conquistatore e liberatore. Certamente cambia l’ordine del discorso. Sia nelle applicazioni pratiche: la memoria (facebook), la comunicazione (tweet, instagram, i likes, i commenti), i consumi, la propaganda (influencer). Sia nella strumentazione. Un quesito a google porta una serie di risposte che aprono mille frontiere: è il vecchio gioco della narrativa fantasy moltiplicato, e senza la barriera del quesito alternativo agli “incroci”, il giocatore è preso al laccio surrettiziamente . Vi si lascia anche prendere, essendo il gioco apparentemente inoffensivo, se non per il tempo perduto, mentre è un’altra forma della conoscenza che prende piede, per causalità indefinite, cioè senza causalità.

zeulig@antiit.eu

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