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venerdì 3 novembre 2023

I palestinesi come i buchi nel gruviera

"La Cisgiordania, dove milioni di Palestinesi normalmente vivono, ha visto anch’essa uno scoppio di violenza”, dopo il 7 ottobre, “con oltre cento palestinesi uccisi in raid delle forze armate israeliane e in scontri tra israeliani e palestinesi. I coloni israeliani, spesso col sostegno dell’esercito, hanno anche scacciato schiere di famiglie palestinesi dalle loro terre”.
L’intervistatore principe del settimanale riassume un colloquio dettagliato con Hagai El-Had, attivista israeliano, già direttore generale dell’organizzazione non profit B’Tselem, che si occupa del rispetto dei diritti umani nei Territori Occupati da Israele, l’ex Cisgiordania o West Bank. “Cosa è successo dopo il 7ottobre?”. “La politica israeliana di ripulire l’Area C il più possibile dalle comunità palestinesi non è un obiettivo nuovo. L’area C è poco più del 60 per cento della Cisgiordania -  in pratica, tutta la Cisgiordania al di furoi dei maggiori centri abitati e le città palestinesi. I maggiori centri abitati palestinesi sono come i buchi nel formaggio svizzero, dove il formaggio è l’Area C, comprendente tutto: la valle del Giordano, le colline di Hebron Sud, parte della Cisgiordania settentrionale.
“Queste comunità palestinesi sono state sotto minaccia e pressione della violenza militare e della violenza dei coloni e ogni genere di pressione per anni. La frase legale che descrive la cosa è la creazione di un “ambiente coercitivo”, che spinga i palestinesi ad abbandonare di loro propria volontà….” Specie attraverso il divieto di concessione edilizia.
“Quello che è accaduto dopo il 7 ottobre è una escalation di queste procedure. Lo Stato israeliano, attraverso i suoi coloni, tenta di avvantaggiarsi del fatto che tutti gli occhi sono su Gaza e sta intensificando drammaticamente  la pressione sulle comunità palestinesi… Tredici comunità palestinesi hanno dovuto fuggire sotto minaccia (“in horror”) nelle tre settimane dal 7 ottobre”. “Quando dice «comunità palestìnese» ci si riferisce a gruppi di varia entità. Cosa s’intende per comunità palestinese”? “Talvolta può essere un gruppo di poche famiglie, una cinquantina di persone che vivono in un posto, ma anche comunità più grandi. Un piccolo villaggio. Tra cento e duecento persone, che hanno abitato la stessa terra per decenni. Alcune comunità sulle coline di Hebron Sud, quello che stanno facendo è di far fiorire il deserto. …. E Israele sistematicamente li spoglia. Intendo non solo di tutto quello che hanno costruito, ma, per esempio, privandole dell’acqua corrente, degli allacci all’elettricità, ai servizi essenziali…..
“E anche, per essere chiari: tutto ciò che sono venuto descrivendo, tutti questi vari meccanismi che lo Stato è venuto usando, sono avallati dai tribunali israeliani, e dal sistema legale israeliano. Non sono fenomeni casuali che capitano a una singola sfortunata comunità lontana dagli occhi dello Stato. Al contrario, tutto questo è parte di un progetto di Stato israeliano in corso di tentare di forzare, di ripulire, il più possibile di palestinesi fuori dell’area C…”.
L’esercito interviene in molti modi. “Non vi sia consentito di avere acqua corrente e elettricità. Magari avete l’elettricità dai pannelli solari, che vi sono stati donati da un’agenzia umanitaria europea. Ma questi pannelli possono venire confiscati dall’esercito con la scusa che non sono legali. Oppure l’esercito arriva e fa esercitazioni suoi vostri campi. Oppure i coloni arrivano e insolentiscono. Picchiano le persone, le minacciano. Oppure arrivano i soldati e fanno lo stesso. Ci sono posti di controllo. Ci sono minacce. Da anni….”
Isaac Chotiner, The Gaza-ification of the West Bank, “The New Yorker”,  novembre, free online

 

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