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lunedì 30 ottobre 2023

L’allegria del funerale

Per celebrare Matthew Perry, l’anima della serie, morto a 54 anni nella vasca da bagno, si esuma lo spettacolino messo su qualche tempo fa con tutti i protagonisti, oltre Perry, Jennifer Aniston, Lisa Khudrow, Matt Le Blanc, etc.,  Attorno a un tavolo con un presentatore incaricato di identificarli uno per uno, soprattutto gli uomini, imbolsiti o incanutiti, che li identifica uno per uno, con scenetta d’accompagno. E negli ambienti del vecchio sceneggiato, l’appartamento di New York, interni tirati su dentro un vecchio capannone, i protagonisti a ricordarsi l’un altro questo o quell’aneddoto. Tutti col sorriso e la risata, dopo abbracci e baci. Tutti fuori ruolo. Specie Perry, quasi muto. Ma anche i più loquaci e effusivi, Le Blanc soprattutto, o Aniston. Gli ideatori e sceneggiatori della serie, ora vecchissimi, hanno riequilibrato un po’ lo spettacolino, ma potevano poco.
Queste “reunion” sono ormai un genere a parte, dai Rolling Stones in giù. Forse un affare. “Friends” era una sit-comedy brillante, per questo era andata in tutto il mondo – si parla di una ventina d’anni fa. La “reunion” serviva per programmare a buon mercato un paio d’ore d’intrattenimento, sperando che qualche milione di fan delle decine di milioni della serie si scuotesse. Ma è un invito alla malinconia, tanto lo squallore. Le “reunion” sono anche un genere che già non se ne può più – sembrano il rinfresco dopo il funerale, come è l’uso in America.   
Ben Winston,
Friends – The Reunion, Sky Documentaries

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