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mercoledì 28 luglio 2010

Secondi pensieri (48)

zeulig

Dio – Se la storia è ascensionale, non sarà un miglioramento del diavolo?
Si spiegherebbe anche meglio la Trinità, il Padre-Figlio.

Ermeneutica – Ha lo charme della scoperta della cantina, o del soffitto – del trovarobato. Ma è scientifica: è la persistenza del finito. Rinnova il senso delle cose.

Erotismo - È ripetizione, cioè esercizio. L’istinto ha breve durata, le polluzioni dell’adolescenza. Per questo negli animali non esiste. È creazione dell’uomo: l’uomo crea se stesso.
Nelle persone senza immaginazione è mera forza.

Eternità – Non è un tempo, poiché non ne ha coscienza. È un premio, e in quanto tale apprezzata. Il passaggio allo stato sovrasensibile.

Politica - È realistica, anche quando è utopica.
Per questo è refrattaria all’intellettuale? L’intelligenza si vuole razionale.

Possesso – Quello vero indubitabilmente è delle anime. Più di quello del corpo, infinitamente di più, e del comando (la legge). È del diavolo e dei santi.
Ci sono naturalmente infinite vie alla santità. Ma quelle che passano per leregole danno a chi le dispensa la felicità in virtù del possesso.

I barboni, che hanno rinunciato a tutto, non ci rinunciano, combattono feroci per un cartone, per un andito sporco: è parte della personalità, forse l’ultimo prima della dissoluzione, e per questo più urgente.
È vero che il possesso è carico d’ignoto: è una sfida che si rinnova.

Potere - È sopraffazione. Ma è la lusinga maggiore, anche in amore o nella carità. Viene dalla sopravvivenza?

Propaganda - È la verità del professionista della verità: convincere per essere convinti.
È un Ersatz, ma convincente

Puro – La parola, e anche il senso, almeno uno di essi, si accompagna ossimoricamente al suo opposto: la violenza, la forza, l’inganno, la malvagità. Un po’ in tutte le lingue conosciute (europee). Benché altri aggettivi di significato equivoco potrebbero sopperire. Si ama dire puro il male perché si ama il gioco di parole? O non perché non si crede nella purezza, la si spregia? È più questo che quello: l’inclinazione umana al bene (la storia ascensionale) è tutta da dimostrare. Anche nella forma petrarchesca del vedo il bene ma preferisco il peggio: vedere e preferire sono la stessa cosa.

Ragione – Acceca per troppa luce. Attrae, come il sole, ome la luce al gondo della galleria, ma confonde le idee. Veniamo dalle tenebre e ci siamo, non c’è logica di fronte alla lusinga del potere, della sopraffazione cioè e del denaro, della forza, e perfino delle idee, della tradizione, della fede.
Non c’è logica di fronte alla stessa ragione. Quant’è razionale l’eutanasia! O l’eugenetica. O anche la guerra al burqa. Quant’è razionale la guerra di liberazione, e ogni altra guerra. Quant’è razionale la ragione.
Si può dire demoniaca poiché presiede alla democrazia, che peraltro rende impossibile. Della specie più insidiosa di démoni, dovendo essere democratica, e quindi generica, adattabile – è generica, scusandosi col dover essere democratica.

Ripetizione – È, fa, la cosa: dall’incesso eretto all’abilità dell’artigiano, all’erotismo. Non c’è orgasmo, e nemmeno amore, senza esercizio – si spiega così la castità monacale. Non c’è istinto se non esercitato. La memoria è ripetizione, e dunque la storia. Lo è la tradizione, cioè il dna, l’imprinting.

Santità – È la celebrazione della libertà. Il Cristo è bello per questo, per la libertà che introduce: ha aperto strade infinite alla santità.

Scongiuro – È meccanismo di difesa, solido benché inconsistente. Anticipando la digrazia la esorcizza, anche quando essa dovesse poi ricorrere, ne limita le ripercussioni.

Solitudine - È fatta di ansia, e di continue delusioni. È una forma di disadattamento, non alla società e alla vita di relazione ma a se stessi. Il telefonino, che in teoria avrebbe dovuto eliminarla, l’ha moltiplicata: appunto perché è ansia di attenzioni esterne e mai appaganti, che il telefonino moltiplica.

Stupidità – La sua negazione è una delle grandi colpe della contemporaneità: ha reso la vita – già gaudiosa – impossibile agli stupidi.
Si vendica contagiando gli abolizionisti: psicologi, analisti, anime buone.

Tempo – È la coscienza che si ha della sua durata, compreso il fotofinish, più che la sua misura. Vedi in musica il tempo non tempo.

Termodinamica – È l’anti-Dio. Non lo è oil diavolo, che è Dio in cattività, creatore a suo modo. La termodinamica, il deperimento fisico, è l’opposto di Dio.

Universo – La nostra galassia ha quattrocento miliardi di stelle. E nell’universo ci sono galassie a centinaia di miliardi. Solo sulla Terra ci sono esseri umani. Che si eliminano tra loro come in qualsiasi catena ecologica. Più spesso senza mangiarsi: per un bisogno quindi non alimentare, e con la tendenza a farci sopra un sermone. La vita dell’universo non può essere quella terrena, troppa ansia.

Uomo – Crea se stesso. Tutto nell’uomo è esercizio, ripetizione, adattamento voluto, costruito, dalla démarche alla memoria, alla volontà, all’innamoramento. La natura è nell’uomo un residuo, racchiusa in un numero finito di codici.
Si può dire che l’uomo è artificio. Ma l’artificio è sua creazione, già probabilmente più complessa della sua natura, che pure è complicata, anche nella sola fisiologia. Sicuramente i suoi tempi, i tempi della storia, sono più veloci di quelli della natura.

Ma il maschio è un animale scioccamente raziona le. A fronte della donna cioè, che culla i misteri, attorno alla procreazione. La paternità è femminile, nella sua completa inafferrabile pienezza. Quella del padre è semplice, da maestro e amico. Bisogna ripartire dalla mamma, dalla procreazione.

Vanità – È salutare. Non fa male, e in tempi d depressione è segno di salute.

Verità – Dirla non può nuocere, ha ragione Kant. Anche se mette in pericolo di vita: filosoficamente non è la verità che mette in pericolo di vita, né il dire la verità. Ma la verità vuole accortezza.

zeulig@antiit.eu

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