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giovedì 15 ottobre 2015

Secondi pensieri - 235

zeulig

Amore - La coscienza di classe è la tomba dell’amore, si diceva. Anche la coscienza dei ruoli, del semplice io, tu e io. Specie nella disattenzione.

Bisogno – Non si lega più alla mancanza ma al di più – al desiderio”. È l’effetto dell’elevato standard di vita mondiale che cresce con la globalizzazione. E della dominanza dei modelli comunicativi commerciali – della pubblicità, meglio detta reclame.

Corpo - È il più simbolico – significativo, creativo – dei riferimenti nella poesia e nei romanzi, nella scrittura creativa. Non solo come funzionalità, ma come coinvolgimento dei sensi, della percezione. Anche irrelati, all’apparenza, con la scena o materia evocata-costruita. E tanto più quanto più è slegato dal significato simbolico del gesto o della materia. Il dito puntato di fra’ Cristoforo può significare molte cose, in contesti diversi. Il melone che l’adescatore Dimitrij affetta dopo aver sedotto la cechoviana Anna, giovane e pura, “La signora col cagnolino”, è giallo e freddo. – Cechov del resto diceva: “Il mio sancta sanctorum è il corpo umano”.

Destino – Ci sarà ma è sempre incerto, nella fabbrica in progress della storia. Si può dire implacabile perché è quello che è avvenuto.
È peraltro facilmente sopravanzabile. Per improntitudine (leggerezza), distrazione, stupidità. Per gli stessi motivi può imporsi: a volte si prevale della mediocrità, delle persone e della storia – per Lutero il destino era tedesco, “speciale” cioè, ma più spesso è volubile e incomprensibile: un accadimento.
Si va a volte per strade segnate e non sono rassicuranti, nel destino ci si smarrisce, mentre eventi improvvisi rassicurano.

Il mondo di Newton era legge e destino, ora con Einstein è caos e potenza: il destino è adattabile?.

Galileo – La fisica meccanica di cui è stato all’origine – in una con la “riforma” di Bacone - l’avrebbe approvato nella forma corrente (prevalente), semplificata,”riduzionista”? Non perché era un credente – un creazionista. O non solo: soprattutto perché non era un meccanicista. Galileo sapeva che l’avanzamento della fisica - le “scoperte” - l’aveva fatto non perché le lenti erano migliori ma perché aveva saputo usarle. La scienza del resto si dimette nel riduzionismo fisico o scientifico.

Incomunicabilità – È in Kant prima che in Bergman, il regista. Se la cosa in sé è “uguale a x”..

Intercettazioni – Sono selettive, tempestive sempre a fini ignoti, e artefatte. La prova regina è la più manipolabile tecnicamente: accelerazioni, rallentamenti, tonalità, dimmering, illuminazione, accentuazione, e poi le trascrizioni. È anche contro ogni idea di prova, che è un fatto (responsabilità, corpo del reato) e non un’opinione (indizio). Da strumento investigativo (prevenire il crimine) sono diventate prova regina – sui giornali e poi anche in tribunale. Fanno il paio con l’altro perno della giustizia in tribunale, il pentito. Uno che, assicurato dell’impunità, può dire ciò che vuole. Pilastri di una giustizia cioè tradita – di qualsiasi senso di giustizia, compreso quello largo, della moralità pubblica.
Si intercettano del resto più di frequente gli stessi intercettatori tra di loro. Le Autorità custodi della sicurezza, la giustizia e la verità. A fini di ricatto. O di più verità, alla Snowden  o Wikileaks, che loro stessi, araldi della trasparenza, selezionano. Oppure di beffa, perché no.

Sono strumenti non di giustizia né di verità, ma di segreto. Di selezione dei reati da punire – di costituzione di masse d’informazione nelle quali pescare per fini di parte. Servono a orientare le indagini, quando si vogliono per qualche motivo tentare, o a documentarle selettivamente. Le intercettazioni di per sé non producono altro, specie  quelle in massa o “a strascico”, che un accumulo di dati di cui opportunamente, attraverso parole chiave, fare uso al bisogno.

Normalizzazione – Fa perno sul pensiero – sull’argomentazione – e non sul dominio o la repressione. Indirizzandolo a formularsi come domanda-bisogno, a fini comunque commerciali, utilitari. Attraverso quella che fu definita la persuasione occulta.
Peter Trawny, “La libertè d’errer, avec Heidegger”, p. 67, censisce ben otto tipo di normalizzazione della filosofia, nell’ambito di una “normalizzazione universale nell’unità della tecnica, del capitalismo e dei media”: sociologico-morale di tipo illuminista, tecnico.scientifico (analitica, filosofia dello spirito), pratica, della “saggezza asiatica”, del “rifiuto dell’integrazione”, della dialettica anti-tecnicocapitalistica, cristiana della “correzione”, e universitaria (la meno conformista malgrado tutto).

Opinione pubblica – Il “pubblico” nel senso tradizionale di borghese e critico oggi sarebbe piuttosto da intendersi di massa e passivo. Permeabile a ogni sorta di concetto, purché inesatto. E più al falso. Anche dichiaratamente falso. Per un linguaggio che si vuole veritiero in quanto oltraggioso, seppure insignificante.
La rapida sparizione del giornale e del giornalismo, organismi principi dell’opinione pubblica, ne è un effetto – ma anche una delle cause, una sorta di suicidio del giornalismo.

Società aperta – Il modello attuale, che più sembra esprimere il modello di Popper, è quello più chiuso. Aperto cioè al segreto. Sotto forma di pubblicità, di denuncia del segreto stesso, ma allora a opera di un segreto “superiore”. È l’effetto società aperta così come ora è concepita: una serie di caselle-fortezze presunte inattaccabili, l’una che controlla l’altra. Una società di segreti, cioè, più raffinati o segreti degli altri. Una società aperta piena di ombre:

Storia - Signor contadino, chiedeva La Pira, il sindaco santo, la stagione la fa lei? La storia ha le sue stagioni.

Si dice conoscere, o riconoscere. Una fisiognomica. Ma gli uomini somigliano più al loro tempo che ai loro padri, secondo Voltaire.

Vangelo – La sua forza è l’imprevedibilità, è stata storicamente - le cose implausibili riescono semplici, perfino ovvie. Un non violento che vince il mondo - benché figlio di Dio - con i miracoli, la morte innecessaria, con  supplizio aggiunto, e il rifiuto delle donne, mamma compresa, per una congrega d’uomini plebei, più stupidi che ignoranti, tra adolescenza e maturità - Giovanni doveva avere quindici anni, Pietro sui quaranta.

zeulig@antiit.eu

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