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venerdì 16 ottobre 2015

Il vincolo esterno europeo si aggiusta

Il bilancio spagnolo fuoriesce dai parametri europei – Maastrciht e fiscal compact – ma Bruxelles lo abbuona: il primo ministro spagnolo è dello stesso partito di Juncker e Merkel, e deve vincere le elezioni tra un mese. Il bilancio italiano è dentro i parametri, ma si può essere certi che Bruxelles lo rimanderà indietro un paio di volte (già diffonde dubbi), perché Renzi, benché democristiano nell’animo, appartiene allo schieramento avverso, che una volta si chiamava socialista e ora, con Renzi, forse progressista. Il bilancio francese è da una diecina d’anni fuori norma, ma sta bene così perché è la Francia – la Francia si suppone governi l’Europa, con la Germania. .
Si fa grande caso in Italia di “Bruxelles” come normatore europeo. Contro le intemperanze, i vizi, la corruzione e tutto il peggio, “tipico” dell’Italia. Vige in Italia la regola, dei vecchi repubblicani e della Banca d’Italia, dell’Europa come “vincolo esterno” della cicala Italia. Che in molte occasioni è stato equo e opportuno. Ma non lo è in principio. In principio conta a Bruxelles il fattore potenza, contano cioè Germania e Francia. In secondo luogo conta il fatore poliirico: le parentele, le alleanze, le cordate.
La dipendenza peggiore dell’Italia, unica nel giornalismo accreditato a Bruxelles, è si intendere l’Unione Europea, foro e un po’ covo di politicanterie, come un governo equanime, al di sopra delle parti. 

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