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martedì 13 ottobre 2015

Renzi senza freni

Va a ruota libera domenica Renzi da Fazio sull’onda del facile successo al Senato contro il Senato, e sul fatto che l’Italia per una volta in dieci anni va in controtendenza sull’economia europea. Promette tutto a tutti, sembra eccitato, e forse lo è. Fa al conduttore perplesso perfino la legge finanziaria 2016.
Va a ruota libera ormai ovunque, nelle dichiarazioni estemporanee, nelle conferenze stampa, nei talk-show dove imperversa, in ogni pizzo televisivo. Si agita, parla senza pause, monotono, senza riflettere, a nessuna domanda, fa il ragazzone, senza nessun senso del ruolo. A Fazio ha perfino promesso che assumerà 500 professori all’università, dopo un blocco del turnover che dura da sedici anni, ma all’estero: i professori stranieri sono meglio. Ha ancora i media ai suoi piedi, ma di un altro si sarebbe detto: un’enorme sciocchezza.
Fare il bullo è la sua cifra, la sua scelta di Grande Comunicatore. Ma dopo un anno e mezzo di governo, e dovendo decidere su due guerre, in Libia e in Siria, la cosa stona: sembra fatto, o ebro, comunque su di giri. Mentre getta il fondamento della sua prima sconfitta politica, se Marino farà una lista civica a Roma – e Renzi spinge perché la faccia: con Marino in lizza, il candidato Pd non andrà al ballottaggio, il Cinque Stelle e Marchini hanno più chances.
Perdere Roma, quando si apre la campagna per il voto politico, sarebbe dura. Ma Renzi non se ne cura, fa dire che il voto a Roma si può rinviare, al 2017 per il giubileo, al 2018 con le politiche. E Milano e Napoli? Se Roma si rinvia artatamente, il voto ne sarà contagiato: a rischio per il Pd sarebbero anche le altre due metropoli.

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