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domenica 19 febbraio 2023

L’Italia è postumana

Altroconsumo censisce in Italia 7,3 milioni di gatti domestici e 7 milioni di cani. Il 39 per cento delle famiglie ha un cane o un gatto in casa. Talvolta anche cane e gatto insieme: le famiglie gattofile sarebbero il 18,3 per cento di tutte le famiglie, quello cinofile il 27,1, quindi con una leggera sovrapposizione dei due animali domestici – le famiglie censite sono 27,6 milioni.
Il costo annuo di un gatto, per cibo, igiene, cure, Altroconsumo calcola in circa 1.200 euro. Quello del cane in circa 1.600. Inoltre, come si sa, gli animali domestici, il cane specialmente, hanno bisogno, per tutto il corso della vita, di attenzione tutto il giorno, per l’igiene, l’alimentazione e per sgranchirsi le gambe e prendere aria - più o meo come un bambino, ma per gli anni, pochi, del pannolino.
La crisi delle nascite in Italia, che ora si scopre ma è in atto da almeno trent’anni, non è dunque dovuta al fattore economico, come si suole dire - la madre vuole lavorare, oppure la coppia ha bisogno che anche la madre lavori. Il tempo dell’accudimento totale è più lungo per un cane che per un bambino. I costi “specifici” sono all’incirca eguali – anzi potenzialmente inferiori per il bambino, che presto può nutrirsi con i cibi in uso nella famiglia.
L’Italia è un caso piuttosto del “postumano” che Rosi Braidotti, italiana da tempo olandese, o australiana, ha teorizzato dieci anni fa. Esito di un certo femminismo anti-genere (la maternità non connota la donna) – di fatto maschilista, ma qui non importa. Il rifiuto della procreazione è di fatto “postumano”.   

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