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lunedì 15 dicembre 2008

Secondi pensieri (21)

zeulig

Confessione - È esercizio in narcisismo. La confessione scritta dilaga perché risponde anzitutto a questa sua intima natura. E ha successo perché il narcisismo è uno specchio accattivante. Anche le dilettazioni dei pentiti di mafia rispondono a questa natura.

Conoscenza - È saggezza, giudizio. Una modalità dell’essere e un agire. Si fa mediante la filosofia ma è una sua sinossi, a uso pratico

Cristo – È il progresso, la storia. Che non ci sono in altre religioni: nel messianismo e la legge ebraica, nell’orda asiatica, nell’animismo africano.
È il punto centrale dell’epoca in cui si fissa il canone umano. Prima e dopo di Cristo, per un millennio si definisce la ragione e la religione della nostra epoca: il monoteismo, con Budda e i suoi negatori – identici, più o meno, sono i riti – e con la logica, cioè il linguaggio ordinato, compresa la bellezza. I sacrifici umani e i culti dendrici o solari durati fino all’evo moderno, fino agli Aztechi, che sono chiare persistenze, lo delimitano meglio.

Darwinismo – Non c’è il creazionismo in agguato. C’è a difesa, ancorché vocifera, contro l’offensiva dell’evoluzione becera, in tema di procreazione artificiale e di suicidio di stato. Quella di chi crede, e anzi dice di averlo dimostrato, che la fede è un’aberrazione in un mondo perfettamente razionale, orba da beghicni, da segaioli, solitari.

Dio - È complicato ma abbordabile. È come voler bene a una persona, la fede è l’amore.

Era l’unico nostro testimone. Per questo se ne sente la mancanza.

Si cancella in omaggio alla ragione e per scelta di libertà. Si può dire di Dio che mette in dubbio i nostri due valori fondamentali? Ma senza Dio zoppicano in teoria, oltre che nella pratica.
La pratica zoppica anche con Dio: la violenza, la malattia, il dolore. Il vecchio problema della teodicea, che non si risolve col migliore dei mondi possibile – se un mondo migliore è possibile, c’è. Dio potrebbe essere imperfetto, come tutti.

Eternità – Finisce con la vita.

Fede - È speranza. Finché uno ha speranza, ha fede.

È consapevolezza della forza della natura, bruta. E del potere dell’uomo sulla forza della natura. È l’ambivalenza che infastidisce la ragione semplice.
C’è chi odia il Cristo per avere acceso il progresso. Ma il progresso c’è sempre stato, il messianesimo, la speranza, il bricolage.

Fuzzy - È la logica di Dio, di un panteismo conoscitivo invece che metafisico.

Ignoranza – Come la violenza, è sancita (strutturata) dalla ragione universale dell’Ottantanove. Dalla ragione scientista, non da quella aristotelica.

Infinito – Piccolo o grande, è fuori della pretesa moderna di sperimentazione fisica. È il concetto della non fisica, del non fisico.

L’uomo l’ ha inventato e vi si perde. Lo stesso per l’eternità.

Kant - Tutto etica e intelletto e niente corpo. E un corpo senza etica né intelligenza, della vita e degli uomini – la bellezza, le passioni (desideri, attrazioni, repulsioni), la déchéance.

Lavoro – È il rapporto col mondo. È il lavoro che stabilisce col mondo una relazione, comunque liberatoria per quanto a bassissima intensità o a significato distorto (utilitario,consumatore-…, dominatore). È una forma di presente-enza-.., più solida defli affetti (relazioni personali) e della malattia (degenerazione).

Libertà – Non c’è nel bisogno (a.Sen, M.Nussbaum). Nella malattia. Nell’odio. Cioè per la gran parte dell’umanità. Soli esclusi peraltro i privilegiati: i Consapevoli Compassionevoli Benestanti.
E invece è il contrario: la libertà è la sopravvivenza (gli istinti vitali), un vaccino, una sfida, o un sottrarsi. La contraddizione è tra filosofia e sociologia, essere e dover essere.

Morte - Si muore più volte nella vita. Ma una volta non si rinasce.

È la verità della vita, misteriosa, ineluttabile: certa e tuttavia incerta, mediocre e tuttavia grande, stupida e arcana. Nascere è incerto, morire certo. E tuttavia la vita è plausibilmente prevedibile, la morte imprevedibile, nel momento, nel fatto.
È o sarebbe? Perché la mote è attorniata di tristezza, ovunque, in tutte le culture.

Nichilismo – Una categoria da conservatori, la valutazione negativa. Ma è mai un argomentare positivo: innovativo, di liberazione, di ricerca?

Preghiera – Ha proprietà lenitive non per la ripetitività – l’esicasmo, la salmodia, il peptalk – ma per la rappresentazione della divinità, del suo rapporto con noi, di Dio, la madonna, i santi. La preghiera è la nostra rappresentazione privata della divinità. È una preghiera che ci facciamo.

Psicologia – Nessuno psicologo dice: “Non è nulla!”. E dunque?Non è scienza e non è medicina: non è critica. È consolazione, ma nel senso della preoccupazione – della dipendenza. “Dottore, mi batte il cuore”, “Faccia sentire”.
È la scienza dell’indurre i bisogni, per distruggere ogni difesa moltiplicando le incertezza.

Psicanalisi – La triplice distruzione della “regressione-storicizzata-all’infanzia”. Un movimento indotto, selettivo, voluto. In contesti inafferrabili. A un’età elusiva.
È la ricetta della perfetta perversione, non dichiarata, benevolente, radicale: l’assoggettamento mediante demolizione di ogni stimolo, sotto specie diabolica, cioè salvifica, terapeutica.

È la coscienza che si appropria e scioglie l’inconscio. Missione impossibile, essendo le due cose forse parenti ma nemiche irriducibili.
E come si configura la sessualità nell’analista? Quella del meccanico è semplice. O dell’impiegato. L’analista sarebbe un allumeur?

Ragione – Raramente ha ragione.

Sbroglia i nodi o li moltiplica? La razionalità – la filosofia – ha sciolto qualche nodo in duemilacinquecento anni, e ne ha annodati. La sommatoria sarà incerta, m non c’è progresso nella ragione, la sua storia è piatta. Ha il fascino dell’impossibile.

Rivoluzione - È totalitaria.
È l’arma dei mediocri, poiché li avvantaggia.
E crea grandi fortune anche senza merito – lavoro, fatica.

Scoperta – Va per aggiustamenti, proressioni infinitesime. Non si scopre l’ignoto. Non la verità.

Silenzio - Non è imputabile. Con la “sicurezza del silenzio” si difesero Schmitt e Heidegger dopo la guerra.

È sempre espressivo, il silenzio parla. La forma più raffinata di eloquenza.
È silenziosa la vita della natura, le piante, le foglie, i funghi, le formiche, i lombrichi. E come sono popolati il respiro dell’aria, il fluire della notte, la feracità della terra, l’acufene, l’immaginazione.

Single – È il primo terzo sesso. E, come l’universo, è in espansione. Il fenomeno si penserebbe in contrazione dopo lo la deflagrazione della convivenza, e il rapporto di coppia rilanciato, depurato dalle occorrenze triti della vita quotidiana. Invece si va, anche qui, per accumulo.
La solitudine pesa, ma comporta abitudini cui non si vuole rinunciare, anche sciocche. Sopratutto comporta un distanziarsi dagli altri, una sorta d’igienismo mentale, per cui con la promiscuità fisica diventano impossibili anche i sentimenti.

Storia – Comincia con la noia. Per il bisogno di rompere l’ozio. Quando l’ominide si stancò di vivere in branco, saltellare, mangiucchiare, accoppiarsi, come le scimmie oggi, e si mise a ululare solo alla luna, modulando sempre più l’urlo, a scagliare le pietre, ad affilare i selci. Da qui l’importanza della luna nella poesia, è un residuo protostorico. E quando dalla scintilla emerse il fuoco, la paura del fuoco sempre persistente.

È delle parole come dei fatti. La storia è un contesto verbale più che bellico.

Teologia – È l’indagine su Dio di chi ha perduto Dio.

zeulig@gmail.com

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