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lunedì 15 dicembre 2008

Ombre - 10

A Fabio Fazio Soru dice: “Ci muoviamo in conflitto d’interessi ogni momento della giornata”. Lui lo è, non si è spogliato di fiscali, e finanzia “l’Unità”, anche se come politico non potrebbe possedere un giornale. La questione dunque non si chiude. Viene interpellatio quale suprema autorità etica in materia l’avvocato Guido Rossi. Il quale un solo commento fa: “Mi sono stufato!”, dei manipolatori delle leggi. Forse per questo, quando era consigliere dell’Inter e commissario delle Federazione Calcio, ha tolto uno scudetto alla Juventus e l’ha passato all’Inter. La morale, a Milano, è inattaccabile.

Echi manifesti di bolscevismo al Tg 1 per la “Nota politica”, in tutte le edizioni, anche le brevi. Riotta fa parlare i politici autoripresi in videocam, con belle facce quindi su fondi arancione, celestiali, iridescenti, i vecchi cieli dei vecchi studi fotografici uptodatizzati, con voci stentoree, per due frasi lunghe o tre brevi. L’effetto è comico, come una farsa anni cinquanta. Ma non si sa se la Rai lo fa per ridere.

Un pubblico ministero di Catanzaro è stato svegliato all’alba da un pubblico ministero di Salerno arrivato con i carabinieri, e perquisito corporalmente. “Mi hanno fatto alzare la maglietta e abbassare i pantaloni”, dice il giudice di Catanzaro. “Falso”, ribatte quello di Salerno, “il collega era in pigiama”. Entrambi vanno sulla cinquantina.

Si fanno i giornali giovedì 4 con le accuse di Salerno a Nicola Mancino, capo del Csm. Capo d’accusa contro Mancino è una telefonata “di ben 183 secondi” con Antonio Saladino, “potente capo della Compagnia delle Opere del Meridione” Telefonata che Mancino non ha fatto ma non importa, il “ben tanti secondi” parla da sé della giustizia di questa giustizia.
Ma, se questo Saladino è potente, quanto potente non sarà la sua Compagnia delle Opere del Meridione? Quanto dobbiamo avere paura? Questo Meridione, che non è niente, è eccessivo: ha mafie strapotenti, una strapotente Compagnia delle Opere, e telefona per centinaia di secondi. Per mettere a frutto i fondi europei per la formazione. Che non si capisce bene cosa sia, ma dev’essere la formazione al lavoro. Corsi di apprendistato insomma.

Rai Due, la Rai “leghista”, appaia Luxuria a Obama, in tre ore di trasmissione di prestigio con Santoro, Marcotravaglio e altri dello stesso calibro: “L’Isola di Obama”. L’Isola maiuscola è l’”Isola dei famosi”, che è la punta di diamante di Rai Due, dove Luxuria ha sconfitto Belen.
Simona Ventura, conduttrice dell’”Isola dei famosi”, è più modesta: “Ho svecchiato la sinistra con gli intrighi dell’Isola ma non sarò un idolo rosso”.

Si fa scandalo della social card, uno-due euro al giorno ai poveri da spendere in negozi speciali. Un’elemosina. Negli stessi giorni la Regione Lazio introduce ticket di quattro euro per ogni confezione di medicinale acquistata. Non ogni ricetta, ogni confezione. Si paga cioè fino al 90 per cento del prezzo dei farmaci. Ma di questa “rivoluzione” non c’è notizia nella cronache romane di “Repubblica” e “Corriere della sera”. Se non per raccontare golosamente dei furbi che, sapendo dell’arrivo del ticket, si sono affrettati a munirsi dei medicinali, spesso per malattie sociali, in anticipo.
Sempre il complesso di superiorià dei belli-e-buoni nei confronti degli italiani sporchi e cattivi. Spregevole è poco dire. Servile. A Marrazzo poi – il presidente della regione Lazio che ha sancito la fine del sistema sanitario nazionale si chiama Marrazzo.
I medicinali naturalmente non si possono comprare in anticipo a volontà. Devono essere ordinati dal medico di base, che non ne può ordinare più della razione giornaliera prescritta.

Si vuole a Mumbay che i terroristi abbiano liberato gli italiani, “selezionando” gli inglesi e gli americani, per ucciderli o come ostaggi. Che non è vero, e non può essere vero, il terrorista avanza sparando contro tutto ciò che si muove, dieci terroristi non scremano mille ostaggi, o anche solo cento. E poi gli italiani “non esistono” a Mumbay.
Si capisce dove il fascismo si radicava, se entrambi i miti sono persistenti, automatici: gli italiani brava gente, e la perfida albione.

Dice Mourinho, l’allenatore dell’Inter, che i campionati inglese e spagnolo richiamano più pubblico. Dopo che lui allena in Italia?

Mourinho perde in Champions in casa contro una squadretta greca e si fa quindici minuti su Rai Uno, seduto, interrogato con rispetto nel bar sport. Spalletti, che ha vinto bene fuori casa, ha quindici secondi, in piedi, tollerato. Sudditanza psicologica? Per essere alla Rai bisogna essere marpioni con pelo doppio allo stomaco. Sudditanza economica? Può darsi. Di certo è la Rai: siamo tutti bravi, incapaci, dannati.

Antonio Di Carlo non è antipatico. Alto, atletico, rugbista di valore e di fascia, un combattente cioè, di destra nell’animo ma verde nell’impegno, è uno che va ormai per i sessanta senza che si sia mai saputo che fosse un corrotto – la corruzione è nota, ancorché non provata. Ma dimostra i limiti della politica novista. E non perché va a pranzo con l’appaltatore dei rifiuti di Roma. Ha sfasciato l’Atac, sia le geografia delle linee che le finanze dell’azienda, disperdendole in allegria tra tanti soci innovatori, cooperative, “australiani”, parenti del sindaco Rutelli. E voleva tassare i residenti ce parcheggiano sotto casa in strada.
Voleva anche proibire i cortei che sessanta giorni l’anno occupano la città di Roma, occupandone il centro. Questo più delle confidenze suicide a Rai Tre, dimostra che non aveva senso politico: non sa che un politico deve guardarsi le spalle.

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