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mercoledì 17 dicembre 2008

Giudici in corsa per la riforma

Che la questione morale colpisca le sinistre non è un sorpresa, era inevitabile. Perché la corruzione va con l’amministrazione pubblica, e le sinistre gestiscono molte istituzioni amministrative. Per la teoria dei cicli, che vale anche in politica. Per la mèsalliance tra ex Dc e ex Pci, il matrimonio malgrado tutto affrettato tra le due componenti del partito Democratico – malgrado il lungo fidanzamento, per l’irruenza sconsiderata di Veltroni. Ma c’è pure palese una componente più violenta del solito nell’ultima ondata giustizialista: c’è palese un controgolpe giudiziario.
A Napoli lo schieramento dei giudici è trasparente, se non dichiarato. Che fino a pochi mesi fa si occupavano delle telefonate di Berlusconi a Saccà, eroico manager Rai, partigiano abile. E per lo scandalo della spazzatura trovavano il colpevole in Bertolaso, nella persona della sua vice, Di Gennaro. Il metodo è quello solito della indiscrezione (anticipazioni ai giornalisti amici, soffietti, dire e non dire, mezze frasi, ghigni più che accuse circostanziate) ma troppe sincronie distinguono il nuovo scandalismo, troppa univocità - nell’accusare le giunta di sinistra, col “tintinnio di manette” caro all’ex presidente Scalfaro, nel non accusare le giunte di destra.
La forte vittoria elettorale e la tenuta del governo Berlusconi rendono inevitabile la riforma della giustizia. Fra un anno, più o meno, le due carriere giudiziarie oggi unite saranno separate, dal Csm agli uffici circondariali. Ciò comporterà un riassestamento di tutti gli incarichi in vigore. I magistrati si mettono perciò in corsa per il rivoluzionamento delle carriere: procuratori della Repubblica e giudizi sono in batteria, ai blocchi di partenza, per le nuove serie di incarichi. Con un occhio di favore alla maggioranza, poiché il nuovo ordinamento sarà impiantato anch’esso dal governo Berlusconi.
Ciò contrasta con la funzione etica della giustizia. Ma è solo in linea con la giustizia politica, quale si pratica in Italia impunemente, e anzi con orgoglio, da un ventennio. Dall’unica istituzione che non si è defascistizzata, acconciata alla Costituzione e alla Repubblica. Fa ridere Berlusconi che censura la sinistra con la questione morale. Ma il gioco di bascula era inevitabile, dall’opportunismo di sinistra a quello di destra, perché i nodo è sempre quello: la questione morale è la questione giudiziaria.

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