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venerdì 6 settembre 2013

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (180)

Giuseppe Leuzzi

C’è risentimento contro i “socialmente utili”. Nelle loro stesse famiglie. Perché non fanno niente, non vogliono. Alcuni non hanno nemmeno un’altra attività propria: non intendono fare niente.
Quanto è prepotente l’ideologia sulla realtà. Prodi, che li ha inventati, sicuramente conosceva il dibattito sui rotten boroughs di un secolo e mezzo prima.

“Con la famigerata legge Pica del 1863 si rese un inferno il Sud, realizzando un genocidio con un milione di morti, mezzo milione di arresti, cinquantaquattro paesi rasi al suolo, azzeramento dell’apparato industriale”: Domenico e Francesca Canino sintetizzano così l’unità d’Italia, in fine a un fogliettone sulla banda Corea, dei bellissimi giovanissimi Pietro Corea e Rosaria Mancuso, per “Il giornale di Calabria” domenica, giornale molto democrat. Magari è vero.
La legge Pica, dal nome del promotore, il deputato abruzzese Giuseppe Pica, sancì a Ferragosto del 1863 lo stato d’assedio già in vigore da un anno nelle province meridionali del regno sabaudo.

Legambiente dice ecomafie le case abusive. Al Sud e al Nord. Tutto è mafia?
L’abusivismo era teorizzato da un’architettura fondamentalista (“il diritto alla casa”) ancora trent’anni fa. Con mostre a Castel Sant’Angelo e esposizioni ai festival dell’Unità.
Legambiente dice anche che in vent’anni ne sono state costruite 758.471. Così poche?

Il Napoli Calcio è l’unica squadra di serie A in attivo, accerta l’inchiesta di Andrea Di Biase, su “Milano Finanza” del 24 agosto. Da almeno sei anni. Pur giocando sempre per il primo posto, in Italia e in Europa.

Fuori il Sud dall’università
Non si capisce molto, la materia è stata aggrovigliata forse per non farci capire molto. Ma una cosa è certa: il governo lavora per limitare il numero dei meridionali all’università, ora che per le migliori facoltà sono prescritti gli esami di accesso. Sembra di sognare, ma è così.
Un’altra cosa certa è che la ministra Carrozza, pisana (sì, ma prima?), ha deciso che i bonus per la conseguita maturità, da far valere agli stessi esami di ammissioni, si modulano in base a un voto di maturità diverso per il Nord e per il Sud: si hanno “bonus maturità” a Milano con 87\100 per il classico e 84\100 per lo scientifico, a Bari con 97 e 94, a Catanzaro con 97 e 96, a Brindisi, Crotone, Enna e Vibo Valentia con 100. Sembra di sognare.
La ministra Carrozza dice. “È complicato avere un metodo obiettivo per equiparare le valutazioni, perché le commissioni (d’esame) sono diverse” . Come al confessionale. Dopo averlo fatto, non obiettivamente.   

La sindrome Reggio Calabria
Philippe Daverio, che si trova bene ovunque, ovunque ci sia qualcosa di bello, a Rai Uno Mattina Estate due giorni dopo Ferragosto sbotta: “Reggio Calabria è una città terribile. È un miracolo che la gente ci vada. Il museo possiede anche materiali formidabili, di una bellezza incredibile, ma non c’è nessuno. La città è una catastrofe. Grottesco pensare che i Bronzi possano essere un richiamo turistico”.
Non si può non dargli ragione. Sul museo se non sulla città. Anche perché i Bronzi, a parte gli eulogi di rito, pochi reggini li conoscono, non i cronisti dei giornali che ogni giorno li citano. Nel grande porto di fronte, a Messina, attraccano in media 150 navi crociere l’anno, per un totale di 400 mila crocieristi, ma non c’è un servizio per Reggio, vanno tutti a Taormina.
Daverio ha ragione eccetto che per il “nessuno”: ci sono invece molti custodi, che però non hanno il tempo di aprire le sale.
Anche il museo è un casus di sdegno inappropriato. Il rifacimento dell’edifici storico (di Marcello Piacentini) doveva essere un’opera del cetocinquantenario. Pronta per il 2011. Progettata, appaltata, e perfino subappaltata direttamente da Roma, da Palazzo Chigi. Dove si erano dimenticati della specialissima protezione antisismica da adottare
Reggio ha molte colpe. Ma tra queste anche quella di essere Italia. 

Sudismi\sadismi
Si può girare la Calabria parlando con persone colte, anche molto (Pasquino Crupi, ora deceduto, Saverio Siciliano, Tonino Perna,…), incontrare amministratori locali di forte progettualità, a Bivongi, Amendolara, Trebisacce, Rocca Imperiale, Altomonte, Cerchiara, Varapodio, dialogare con poeti eccellenti (Calogero, Guarna - citiamo i morti per non urtare le suscettibilità, i poeti sono permalosi), inoltrarsi per paesaggi sempre vari a ogni tornante e sempre spettacolari, bagnarsi in acque cristalline, il Tirreno blu, lo Jonio acquamarina, mangiare anche non male – anche se non sempre. Ma di questo non c’è traccia nei giornali della Regione, una lettura ogni giorno assassina.
Lo sfoglio della “Gazzetta del Sud”, del “Quotidiano di Calabria”, de “L’Ora di Calabria”, gli ultimi due anche “impegnati”, è un susseguirsi di reati e soprusi. Intervallati da melense cronache con le Autorità e il Vescovo, impensabili nel 2013 se non si leggessero. Un mondo senza respiro. Non si sa se vittima o causa del suo male. Ma invivibile.
    
Calabria
In quale altro posto l’oste che vi ha servito un ottima pasto in montagna viene ucciso il giorno dopo, con un colpo di pistola, da un compare con cui sta litigando?
Non il giorno dopo, per la verità, una settimana dopo, ma l’impressione è forte lo stesso. Senza motivo apparente: pare litigassero per il furto di un vitello. Che né l’uno aveva rubato né all’altro era stato rubato.

Cinquant’anni fa oggi, il 28 agosto, moriva Umberto Zanotti Bianco. Una vita dedicata alla Calabria, e nessuna celebrazione.
Zanotti Bianco aveva “scoperto” il Sud nell’incontro con Fogazzaro nel 1908, lo stesso anno del terremoto, ma prima del terremoto che lo porterà per sempre in Calabria. Fu lo scrittore vicentino a spiegargli la “diversità” del Sud.
 
Arrivano dei barconi fuori programma al porto di Reggio. Le autorità latitano, ma i reggini,  facendo catena, aiutano i migranti. E se ci fosse stato il terremoto?
Reggio, città a elevatissimo rischio sismico, non ha un piano di emergenza per il terremoto. Nemmeno sulle carte. Nessuna simulazione è mai stata effettuata. Nessuno sa dove sfollare in caso di sisma.
La Protezione Civile c’è naturalmente in città, con la Prefettura. Ma non se ne occupa. Così come non s’è occupata dei barconi. Vigila sugli stipendi.

Un ristorante raccomandato a Gizzeria Lido chiede 75 euro di conto, l’uno. Per un menù a voce.

Seduto al caffè a Tropea si paga la coppa di gelato il doppio che da Principe a Forte dei Marmi. Il giornale dice che il turismo a Tropea è diminuito del 35 per cento. Per effetto della crisi.
Altri giornali dicono che il turismo in Calabria si può avvantaggiare della crisi, offrendo il mare a prezzi modici.

Negli “Scritti autobiografici” di De Sanctis, la condizione degli studenti a Napoli, soggetti a permesso mensile di soggiorno, “a libido della polizia”, e alla messa domenicale certificata dal prete, con confessione, si conclude così: “Gli studenti in genere erano detti calavrisi perché, cosa davvero strana, i provinciali meno riducibili e più temuti dalla polizia erano, non  i pugliesi o gli abruzzesi, ma quelli di Calabria”.


Anche il mazzinianesimo fu “diverso” in Calabria. I Figliuoli della Giovine Italia di Benedetto Musolino, negli anni 1830 la più importante organizzazione neo carbonara nel Sud Italia, non erano considerati da Mazzini adepti della sua Giovane Italia – giusto assumevano, scrisse alla madre, “il nome fatto popolare”. Vi si parlava molto di Campanella e Telesio, e si operava prevalentemente nell’ambito del neo guelfismo (confederazione). Almeno fino al 1848, quando i Borboni, cancellando la Costituzione, radicalizzarono lo scontro.

leuzzi@antiit.eu

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