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martedì 28 marzo 2017

Hitler non cercava il Graal

“Una volta destato a vita un movimento collettivo si crea una specie di vortice psichico il quale si raccoglie in chi ne è il centro tanto da conferirgli una particolare aureola, percepibile soprattutto da chi sia suggestionabile”. Era incuriosito Evola dalla “ricerca”, allora (1971) in Francia, di Pauwels, Bergier, Alleau, Angebert e altri, “delle relazioni del nazionalsocialismo tedesco con società segrete e organizzazioni iniziatiche, che di esso sarebbero state le ispiratrici, tanto da supporre dei “retroscena occulti” del movimento hitleriano”. Ma sbalordito,  non persuaso.
L’equazione che Pauwels e Bergier, “Il mattino dei maghi”, pongono, nazionalsocialismo = divisioni corazzate + René Guénon, gli sembra giustamente ingiuriosa per lo studioso. L’hitlerismo come fusione di pensiero magico e tecnica ha qualche fondamento, spiegherà, ma intanto gli serve a specificare che c’è “un equivoco”: “L’elemento magico viene scambiato con quello mitico, il quale col primo può non aver nulla a che fare”. Di miti è pieno l’Otto-Novecento, dalla Rivoluzione francese a quella sovietica, al fascismo (Roma, il Duce), al nazismo (il Grande Reich, il Führer, la razza, il suolo e il sangue). Diverso è ipotizzare l’influenza di forze non umane, per di più sotto il velo di “organizzazioni reali, seppure, in vario modo, «segrete»”. I cosiddetti “«Superiori Sconosciuti», i quali avrebbero suscitato il movimento nazista e si sarebbero serviti di Hitler come di un loro medium”. Non si spiega però come, né dove.
Evola ha già presenti i riferimenti che nutriranno la pubblicistica successiva, per ormai quasi mezzo secolo: l’ordine della croce uncinata di Lanzo von Liebenfels, e la Thule Gesellschaft di Rudolf von Sebottendorf. E non discute se questo o quel gerarca, o lo stesso Hitler, ne sono stati membri o comunque influenzati. Ma allora, conclude, visto com’è finita, “bisognerebbe dire che codesti Superiori occulti avevano invero facoltà di preveggenza e poteri ben limitati, per non saper bloccare colui che essi avevano usato come un loro medium”.
Che credito dare a queste ipotesi? Medium si può dire di Hitler, che era o agiva da spiritato: “Quanto alla qualità di medium (che, sia detto per inciso, è opposta a quella di una qualificazione iniziatica), essa può venire riconosciuta, con certe riserve, ad Hitler, in quanto egli sotto più di un riguardo ci si presenta come un invasato (è il tratto che lo distingue, ad esempio, da Mussolini)”. Forte è anche l’elemento mitico – non magico – del nazismo, ma allora del suo supertecnicismo: “Quanto alla “gnosi” nazionalsocialista, ossia ad una presunta dimensione quasi mistica e metafisica, bisogna ricordare il singolare coesistere, in tale movimento e nel Terzo Reich, degli aspetti «mitici» con aspetti apertamente illuministici e perfino scientisti”. Hitler era un modernista, naturalista, materialista.
Per il resto, si entra nelle contraddizioni del nazismo. Hitler, scientista e tutto, “simultaneamente aveva fede in una Provvidenza, della quale credeva essere uno strumento, specie per quel che riguardava le sorti della nazione tedesca”. Alfred Rosenberg “accusava come mistificazioni ogni rito e sacramento” se si trattava di cattolicesimo, schierandosi, “proprio come un illuminista, contro gli «oscurantisti del nostro tempo»”, salvo farsi banditore del “mito del sangue,…di un «mistero» del sangue nordico che avrebbe avuto un valore sacramentale”. Per non dire di Himmler e delle sue SS, che ambiva a formare come un redivivo Ordine dei Cavalieri Teutonici, con il suo ufficio Ahnenerbe, per la ricerca degli avi.
Ma sempre questa purezza veniva ricercata, da Himmler come da Rosenberg, nell’ottica di una “tradizione nordico-atlantica”. Di cui era teorico l’olandese Herman Wirth. “Cio non è rivo di interesse”, conclude Evola, “ma dei «retroscena occulti» sono del tutto inesistenti”. Le rune “furono riesumate su un piano emblematico”, come i fasci littori di Mussolini. Mentre “il programma nazista di creare un uomo superiore risente di una «mistica della biologia», di nuovo, di un orientamento prevalentemente scientista: poteva trattarsi al massimo di un «uomo superiore» nel senso nietzschiano, per nulla nel senso iniziatico”.
La Thule di Sebottendorf è più una fanfaronata. Anche se raccolse molte importanti adesioni, compreso probabilmente lo stesso Hitler,avendo come emblema la croce uncinata e come programma “un deciso antisemitismo e un razzismo germanizzante”.  Era emanazione di un Ordine dei Germani, costituito dallo stesso Sebottendorf nel 1912. Ma non richiama la Thule del “simbolismo nordico polare” cui Evola è affezionato, con le “origini iperboree… della tradizione primordiale”: “Può essere… una località dell’Harz nella quale l'«Ordine dei Germani» nel 1914 aveva organizzato un convegno avente come ordine del giorno la formazione di una organizzazione segreta razzista”, antisemita.
Il bilancio della ricerca è negativo. “Il limite delle divagazioni è costituito dal libro Hitler et la tradition cathare di J. M. Angebert”, dove si cerca il Graal.
Julius Evola, Hitler e le società segrete

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