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Divertirsi con gli africani
Farsi un paradiso in terra, anzi in mare, con una barca, a spese degli
africani, dei migranti? E chi lo impedisce? Salvini certamente no.
È stata l’avventura di molti. Dalla famosa capitana Carola Rakete, che
ebbe momenti di gloria sfidando Salvini - salvo poi scomparire, insieme con
tutte le altre barche tedesche (sempre “esecutori volenterosi”, i tedeschi) all’avventura
nel Mediterraneo. Al catalano Oscar Camps Gausachs ultimamente, sempre all’assalto
di Salvini – un bagnino che si è fatto armatore, con la nave Open Arms, e
salvatore anche lui di migranti (celebrato, in Italia, anche con un film, “Open
Arms, la legge del mare”).
Nel processo contro Salvini sono emerse carte, negate fino al
dibattimento in Tribunale, agghiaccianti di questa creazione del paradiso in mare.
L’incontro di Open Arms col barcone, con i barconi, da salvare preparato – con gli
scafisti - e non casuale. Il salvataggio, o trasbordo, in due giorni di fila, 1
e 2 agosto, senza però portare i migranti in salvo al porto di partenza in Spagna. Malta che chiede a “Open Arms”: perché bighellonate,
perché non portate in salvo i migranti. Senza riposta. Fino a un terzo intervento
una settimana dopo. Sempre senza sbarco nel porto di partenza, come la Spagna
chiedeva.
La Spagna, si può capire: erano i giorni dell’indipendentismo catalano, e
il salvatore Camps poteva volersi distinguere come disobbediente a un ordine di
Madrid. Ma poi, nello stallo davanti a Lampedusa (l’isola non ha porto), per
due giorni ha respinto gli inviti della Guardia costiera a far sbarcare i
migranti con trasbordo.
Gli africani? Comparse.
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