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mercoledì 3 giugno 2015

Secondi pensieri - 219

zeulig

Colonie  - Ci sono sempre state colonie – nel senso del colonialismo: occupazioni. I miti fondanti sono tutti fatti per celebrare-occultare il colonialismo, la presa possesso di un bene, territorio, popolo alieno. Le stesse forme culturali sono coloniali, essendo tribali (etniche, marchiatrici).

Dio – È testimone - il sacro è testimonianza. Autonomo e non: nella riflessione di Derrida (“Fede e sapere”) “la sfida di qualche promessa giurata non può, prendendo subito Dio a testimone, non avere già, se si può dire, generato Dio, macchinalmente” – un “a priori  ineluttabile…. un terzo (terstis, testis) assoluto”, senza il quale “ogni attestazione diventa superflua, insignificante o secondaria”, che però viene dal basso. Testimonianza essendo la radice di religio – sia nell’etimologia-accezione di Cicerone, relegere, e cioè l’attenzione, il rispetto, la pazienza, sia in quella di Lattanzio e Tertulliano, religare, il legame, l’obbligo, il debito, tra gli uomini e verso Dio.

Giustizia
– È un potere dello Stato, un potere. Per esercitare una funzione dello Stato, l’osservanza delle sue leggi.  Con l’ambizione e nell’alveo di un’istanza preterstauale, e anzi antistatuale. Tanto meno la frizione è acuta, tanto più la giustizia è giusta.  
La giustizia politica è un potere alla doppia potenza. Che si esercita dichiaratamente, di proposito, doppiamente contro la giustizia, sia di Stato che etica.

Illuminismo – È laico e anticlericale, ma anche cristiano, e esoterico. Inteso comunemente come il secondo Settecento francese, laico e repubblicano, anche un po’ rivoluzionario, ha più accezioni – sotterranee peraltro all’Illuminismo francese, e con esso convergenti. Già nella sua definizione corrente, della storia politica e delle idee connessa con la fine delle guerre di religione del Seicento e le rivoluzioni europee, quella inglese del 1688 e quella francese un secolo dopo, del 1789, l’Enlightenment e le Lumières. Con una basica connotazione laica, della natura e di un deismo contrapposti alla rivelazione cristiana, in una teodicea o trionfo della ragione come opposta alla religione. Ma lo è anche la Aufklärung tedesca, di Christian Wolff, Lessing, Hamann, Herder, Jacobi, coronata da Kant in un quadro non anticristiano, anzi, con “La religione nei limiti della sola ragione”. Parallelo alla Aufklärung e ad essa originariamente collegato, è l’illuminismo esoterico, da J. Boehme a Baader e agli illuminati di Baviera, post-rivoluzione dell’Ottantanove, fino a Rudolf Steiner e Jung.

Perdono – Ha avuto una stagione breve. Anzi, morto papa Giovanni Paolo II, è morto con lui, nessuno chiede più perdono. Anche nella sua breve stagione, del resto, è stato parallelo ai Tribunali speciali, dell’Aja, del giudice Garzon. Ed è speciale, per fatti abnormi. Altrimenti sarebbe quotidiano e triviale: ogni evento, si può dire, trascina un torto, per cui tutti dovrebbero dirsi responsabili e chiedere perdono, ma allora a chi? Sarebbe come il buongiorno tra conoscenti che s’incontrano.
Non è stato tema di riflessione, a parte Hegel, che peraltro tutto dice perdonabile, eccetto il “peccato contro lo spirito”, e cioè contro la potenza riconciliatrice del perdono. Mentre il “peccato contro lo spirito” storico o contemporaneo, il “crimine contro l’umanità”, si pensa piuttosto imprescrittibile. Derrida, che avrebbe ambito rifletterci su, è indeciso, ugualmente contro l’imprescrittibilità - già dal tempo della polemica con Jankélévitch - e contro il perdonismo papale. Tuttavia è certo che dovrebbe essere eccezionale e per fatti abnormi. Come un’intrusione, sia la colpa che il perdono, in un corso altrimenti normale (storico, accettato) degli eventi.   
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Tolleranza – È esemplare e magisteriale, è supponente. Quindi gerarchica: magisteriale al limite del padronale – di chi la dispensa. Si può codificare, è di fatto ora codificata, ma nel senso sempre del “riconoscimento”, della “accettazione”.

È cristiana, arguisce Derrida, “Fede e sapere”. Anche quella di Voltaire, dell’Illuminismo francese, non lontana, al fondo, dalla Aufklärung di Kant – della sua “fede riflettente” e della moralità “pura” come cosa cristiana: “A questo riguardo, Aufklärung e Illuminismo furono di essenza cristana”. Come Kant, Voltaire pensa al cristianesimo come  alla sola religione morale. Anche Nietzsche, che tanto lo contesta: non ha altra religione, e questo non è possibile, non avere religione.

“Un’altra «tolleranza»”, sostiene Derrida, “si accorderebbe all’esperienza del «deserto nel deserto», rispetterebbe la distanza dell’alterità infinita come singolarità”. E la rispetterebbe come “religione”, la religio intenendosi come “ri-tenzione, distanza, dissociazione, disgiunzione”.
Ognuno per sé, il “dialogo delle fedi”, cioè il dialogo, non deve suscitare illusioni: si procede per discordie concordate. Per aporie.

Uomo-Universo – L’uomo è sempre più solo e un’eccezione nell’universo, le foto di Hubble lo documentano. In un universo forse infinito, talmente grande che non si può contare: 200 miliardi di galassie, probabilmente (secondo la teoria del multiverso molte di più), che si allontanano l’una dall’altra a una velocità maggiore di quella della luce, tale che in un tempo non incalcolabile la sua luce può non essere osservata, ognuna di centinaia di miliardi di stelle. Ma fatte di polvere.
L’uomo è un incidente, un caso, il suo mistero è tutto qui. Non può essere lui stesso il suo Dio, poiché viene dopo i minerali, la vegetazione e tante altre specie animali. Ma il suo segreto è questo caso o accidente. All’origine, se la materia è polvere, anche la sua indeterminatezza. Dove, quando e come è cominciata. Se è cominciata. O altrimenti bisogna pensare un altro universo, se non si vuole chiamarlo Dio, da cui questo origina, seppure grande di miliardi di galassie. Cioè praticamente inimmaginabile: il realista ha un grande compito, la materia oscura.

Violenza – È la matrice di ogni Autorità, di ogni Stato. Ogni Autorità implica la rottura di un precedente equilibrio. E si instaura in assenza o contro una legge – della quale poi sarà la sorgente.
I Tribunali internazionali che si creano per giudicare i crimini contro l’umanità emanano dalla stessa fonte. Si innocentano per riflesso di ritorno dai crimini che giudicano, ma sono emanazione di una Autorità.

zeulig@antiit.eu

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