Cerca nel blog

mercoledì 22 luglio 2015

Letture - 221

letterautore

Contini – Dimenticato e quasi rimosso è il filologo che ha “fatto”, letteralmente, mezzo Secondo Novecento italiano: Gadda, Pasolini, Pizzuto, Lucio Piccolo.

Francese - Si sente dire alla Rai ròbot, con l’accento sua prima o e la –t finale, désert (per dessert), dépliant, e steig invece di stage. Era la lingua di mezza Italia un paio di generazioni addietro.

Islamic State – Su “Amor Mundi”, il sito dell’Hannah Arendt Center, Robin Creswell e Bernard Haykel scoprono che l’Is si diletta molto di poesia, oltre che di teste mozzate e boia bambini. E se ne fanno una ragione: “Può sembrare curioso che alcuni degli uomini più ricercati al mondo perdano tempo a modellare poemi in metri classici e rime baciate – più facili in arabo che in inglese, ma qualcosa che sempre vuole pratica”. Anche perché  la loro poesia è “piena di allusioni, termini ricercati, e trucchi barocchi”.  Ma si tratta, concludono, sempre di rime politiche. In forma poetica per un riguardo del terrorista verso se stesso, essendo uno che si è messo al bando dalla società, incluse spesso la famiglia e la comunità religiosa. Lo schema che preferiscono è d’altronde l’acrostico, lo slogan – il più gettonato è Daesh, l’acronimo della denominazione ufficiale dell’Is, quello col quale si compilano i versi più minacciosi.

Italiano – È sempre più reticente – a opera della Rai? La strage di via d’Amelio è “di stampo mafioso”. Le decapitazioni per mano dei bambini boia dell’Is sono “una violenza” – i bambini boia o le decapitazioni? L’Is, Stato islamico, è “imputato di terrorismo”. L’assassino del gioielliere è il “presunto assassino”.  

È – era – “vivere la libertà come grazia e non come angoscia” per Maria Zambrano, che così ne scriveva all’amica Elena Croce.

Si traducono ogni anno più opere italiane in lingue straniere, attesta Giuusepe Antonelli su “La lettura”, di quante opere straniere si traducano in italiano – e se ne traducono moltissime (soprattutto romanzi, che nessuno legge, giusto perché gli agenti le impongono (“ti do l’autore che chiedi se ne compri quest’atra mezza dozzina”).
L’ “italiano” più tradotto è il topo detective Geronimo Stilton, almeno cento milioni di copie in undici anni, in 45 lingue. Pinocchio è il libro più tradotto al mondo, dopo Saimt-Exupéry. “Pinocchio” ha all’attivo traduzioni in 243 lingue, spiega Antonelli, “l’unico al mondo ad averne di più è “Il piccolo principe”” – nella classifica mondiale dei più venduti di sempre c’è anche “Il nome della rosa”: Eco viene diciannovesimo posto.

Margot – Huxley, “Crome yellow”, ricorda che Gladstone mise assieme 34 rime per Margot. Gladstone è lo statista, W.E., che nel 1889 ricevette a Hawarden, il suo ritiro in campagna, la visita di Emma (“Margot”) Tennant, venticinquenne, fidanzata e poi sposa del nipote Arthur Littleton. Dopo la visita, impressionato, pare, più dal diminutivo che da Emma, compose quattro stanze di versi tutti attorno a Margot.  Though young and though fair, who can hold such a cargo\ of all the good qualities going as Margot?” etc. - includendo “embargo”” e “far go”.

Paretimologia – La più nota è quella che apparenta pioppo e popolo: sono false etimologie. Come dire matto e mattarello – Mattarella? Gianfranco Contini ne era ghiotto: “Non c’è nulla in comune tra pira, piramide e piramidone, solo paretimologie. Lo stesso fra Pietra e petra delle rime petrose”, che attribuisce a Dante.

Rilettura – “Non c’è la lettura, c’è solo la rilettura” è precetto di Nabokov (“Lezioni sulla letteratura”) a proposito di se stesso lettore: “Incidentalmente, uso la parola lettore molto indefinitamente. Abbastanza stranamente, non si può leggere un libro, si può solo rileggerlo. Un buon lettore, un grande lettore, attivo, creativo, è un rilettore… Quando leggiamo un libro per la prima volta, lo stesso procedimento di muovere laboriosamente gli occhi da sinistra a destra, riga dopo riga, pagina dopo pagina, questo complicato lavoro fisico sul libro, lo stesso processo di apprendimento in termini di spazio e tempo di che cosa tratta il libro, questo si frappone tra noi e la valutazione artistica”. Si parla di un libro, lo si ricorda, a una seconda e terza lettura? Ma solo per un libro “artistico”, la lettura comune scorre – fa più fatica a soffermarsi.
Ma l’argomento di Nabokov non è artificioso. Al primo approccio siamo sovrastati dalla novità, se c’è, mentre siamo stanchi dalla “fatica di leggere”, da sinistra a destra e riga dopo riga. Solo a successive scansioni del testo si può apprezzarlo nell’insieme, come si farebbe con un quadro. Una pretesa che la psicologia rafforza, poiché la prima percezione considera necessariamente incompleta, non essendo il lettore-percettore pronto, con la “struttura appropriata”, a percepire la novità.

Satira – È scomparsa dalla circolazione. Anche a teatro – Litizzetto, Crozza sono politicanti. È scorretta? O il mercato non la vuole? Si direbbe il contrario, se l’opinione pubblica si esprime nei vaffa , nel dileggio e nell’astensione. Ma non c’è non solo in Italia, anche in Francia latita - se non di destra e greve - e negli Usa. In Germania sì, ma non si traduce.

Traduzione – Dopo trent’anni di tentativi e affinamenti, la traduzione probabilistica computazionale è più o meno dov’era: la parola giusta è contestuale, non c’è un algoritmo per scegliere la parola giusta. La tentazione è sempre forte, della ricerca, di tradurre Dante baldanzosamente in automatico, ma l’esito è solo brutale o ridicolo. L’unica funzione del traduttore automatico è di reminder, una specie di sinonimario involontario, che potrà aiutare la scelta corretta.
I modelli automatici funzionano meglio nella semplificazione dei linguaggi, sia di partenza sia di arrivo. Ma anche qui con limiti: “meglio” rispetto alla traduzione automatica simultanea, ma più spesso che non di intralcio alla scrittura di sm, quando si esercita su più lingue.   

“La lingua dell’Europa è la traduzione”, è la fulminante sintesi di Umberto Eco, “Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione”. Sottinteso, il predominio linguistico europeo. Che però è imperialismo a tutti gli effetti, perciò storicamente destinato a decadere – o allora l’inglese resterà lingua franca senza l’Inghilterra (né gli Usa), come il latino adottato dai barbari, senza Roma..
Sì, le traduzioni sono ora “europee”:  da e all’inglese, spagnolo, francese, tedesco, italiano. E occupano questo “spazio privilegiato” nella “rete linguistica globale” soprattutto per “i reciproci flussi di traduzione” (Antonelli, “La lettura”, 19 luglio). Ma lo sono come è europeo il clima – è estate nel mondo quando è estate in Europa e Usa. E anche le ferie dei giornali: che vengono di luglio e agosto quando i giornali europei e americani scacciano le notizie per le curiosità, lo svago, le piccole scoperte.

Derrida – sempre preso dalla sua fascinazione per il tedesco - la definisce (“Heidegger e la questilone”) “l’alterco tra le lingue”: la traduzione come scambio di significati implica una continua ridefinizione (la Übersetzung come Auseinanderersetzung).

letterautore@antiit.eu

Nessun commento: