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giovedì 23 luglio 2015

I due mondi

La foto rubata dagli inquirenti, di Lassaadi Briki, tunisino, e Mohammed Waqas, pakistano, li mostra nello splendore di ogni fantasia da immigrato, rilassati, curati, disinvolti, perfettamente integrati, a fare liberamente la spesa. In una sorta di paradiso terrestre per loro, se si conoscono gli ambienti di provenienza. E tuttavia il loro sogno non è d’integrarsi ma di ferire in qualche modo chi li ha ricevuti e “liberati”.
L’immigrazione di questi anni non è come quella postbellica degli europei del Sud verso l’Europa del Nord, o quella transatlantica un secolo-un secolo e mezzo fa degli europei verso le Americhe. Quelle erano emigrazioni intra-europee. Erano curate, con visti,  biglietti, prenotazioni, richieste eccetera. E soprattutto avvenivano all’interno di un mondo che, per quanto si voglia diminuire il peso e il senso di Europa, condivideva tutto, eccetto la ricchezza.
Gli immigrati andavano allora ad altre “Europe”, con i quali avevano in comune, se non le classi dirigenti e  il benessere, la moralità e i principi delle leggi. I “barconi” sono un’immigrazione, benché vicina, e anzi quasi di frontiera, da un altro mondo. Per secoli rancoroso, per ragioni di cultura storica e politica più che di religione – come tale è anche avvertito, nella percezione comune (non critica, ma sostanziale).

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